Riflessioni sul secondo Convegno di Toponomastica Femminile. La toponomastica femminile sta diventando sempre più uno strumento per diffondere cultura e far conoscere la vita di donne, spesso sconosciute, che hanno scritto pagine importanti della nostra storia.
Riflessioni sul secondo Convegno di Toponomastica Femminile. La toponomastica femminile sta diventando sempre più uno strumento per diffondere cultura e far conoscere la vita di donne, spesso sconosciute, che hanno scritto pagine importanti della nostra storia.
L’esperienza fatta al Secondo Convegno nazionale che si è svolto a Palermo dal 31 ottobre al 3 novembre ha confermato questa intuizione di una forza propulsiva che continuamente trova nuove strade e nuove voci.
A Palermo le donne e gli uomini di Toponomastica femminile hanno toccato ambiti diversi: si è spaziato dalla cultura alla storia del territorio, dalla didattica di genere alla toponomastica urbana, alla violenza di genere attraverso il racconto di esperienze realizzate in varie parti d’Italia.
Mi sono sentita fortemente coinvolta e onorata di rappresentare l’amministrazione comunale di Vittoria, nella duplice veste di consulente alle pari opportunità del sindaco e di presidente della consulta alle politiche femminili , e di poter condividere le iniziative portate avanti in questi anni al fine di sviluppare nella la cittadinanza, e soprattutto nelle e nei giovani , attenzione e interesse verso i temi delle pari opportunità, del rispetto per le differenze di genere e della prevenzione rispetto alla violenza contro le donne.
Questo secondo convegno sulla Toponomastica femminile ha rivestito un’importanza, oserei dire, “storica” perché ha consolidato condivisioni, intuizioni, e aperto nuovi spazi di riflessione che avranno sviluppo: i nomi delle targhe che leggiamo sui muri delle strade delle nostre città devono dare testimonianza del passaggio di uomini e donne nel mondo, nella storia, nella cultura; non deve più esistere pagina di storia che non riporti i nomi delle donne che hanno com-partecipato a quegli eventi. Le donne non possono continuare ad essere degli ectoplasmi: evanescenti, invisibili . Le donne devono passare da una cultura che le considera “oggetti di piacere” a “soggetti “con personalità propria e pensante. Questa è la sola cultura che può prevenire il disastro del femminicidio.
La toponomastica, infatti, a mio parere, è una forma di prevenzione poiché ridà memoria e visibilità alle donne che hanno pensato ed agito. Per questi motivi, penso che Il difficile cammino delle donne italiane verso la parità passi anche attraverso la toponomastica femminile: “presenze perdute e ritrovate”, “memoria recuperata”e quindi recupero del senso delle cose perché possano cambiare.
Naturalmente il convegno è stato un punto di incontro, adesso è importante dare voce ai tanti legami già avviati con donne di professionale e realtà diverse per continuare con più sprint le nostre attività.