6 e 7 ottobre 2012. Nella Casa Internazionale delle Donne a Roma si incontrano le donne e gli uomini di Toponomastica femminile, per fare il punto sul lavoro avviato da nove mesi.
Si tratta di una esperienza cresciuta in modo vertiginoso, esplosivo, appassionato, quasi la risposta necessaria e naturale ad un desiderio di parola e di impegno che l’idea geniale di Maria Pia Ercolini ha fatto diventare azione congiunta di impegno intellettuale e civico su tutto il territorio nazionale e oltre.
Per il suo convegno il gruppo Toponomastica femminile ha ottenuto il patrocinio del Ministero delle politiche sociali, dell'ANCI, dell'ANPI, del CNR, del Comune di Roma, del Laboratorio Internazionale di Onomastica. La stampa nazionale, da Repubblica a La Stampa, ed internazionale, si è interessata al fenomeno, amministrazioni e centri di richiesta hanno scelto di collaborare.
Sono più di cento donne, rappresentano il grande gruppo cresciuto su facebook fino a più di quattromila membri: dalle giovanissime alle donne più mature, insegnanti, consigliere di parità, docenti universitarie, ricercatrici, scienziate, educatrici, rappresentanti del mondo dell’impresa e dell’associazionismo, dell'amministrazione pubblica, giornaliste. Ora escono dal mondo virtuale di facebook, anche se tante di loro sono già da tempo o da sempre compagne di battaglie e di iniziative condivise. Vengono da tutte le regioni, dal Sud al Nord. E non solo: dalla Spagna arriva la giovane ricercatrice Sofia Vega che conferma con la sua tesi di dottorato i dati dell’assenza femminile e dell'invisibilità delle donne anche in territorio iberico.
Accompagna i lavori del convegno una bella e originale mostra fotografica sulle strade intitolate alle donne composta da quattro diverse sezioni (nazionale, estera, romana, partigiane), pensate per essere separabili, versatili e itineranti. È stata realizzata con il contributo di FIBA CISL Banca d'Italia.
I lavori del convegno sono scanditi dalle sintesi delle azioni condotte: contare strade e osservare la toponomastica sbilanciata per denunciare l'invisibilità femminile è il punto di partenza, per approdare alla riflessione sui sistemi di potere, sulle politiche di parità e conciliazione, sulle relazioni intergenerazionali, sulla necessità di memoria per dare senso alle battaglie delle donne e destrutturare pregiudizi e sistemi di cultura che necessitano di attenzione. E non ci sono solo i dati italiani, ma anche altri, ad esempio quelli norvegesi o quelli parigini, a confermare l’assenza ed il silenzio della voce e della storia femminili. «È stato un incontro di saperi e umanità, un modello di cultura e leggerezza» dice Maria Pia Ercolini.
Ora si riparte: il gruppo è cresciuto tanto da necessitare di una definizione formale: sarà associazione, come si chiede da più parti? Sarà questo uno dei centri della nuova riflessione; intanto si elaborano i percorsi per il nuovo anno: completare i censimenti, promuovere la progettualità europea, sviluppare le azioni didattiche, allargare le collaborazioni con enti, associazioni e amministrazioni, costituire reti.
E ci si dà appuntamento al prossimo anno.