È il 28 dicembre 1522 quando nasce a Oudenaarde, in Belgio. Il padre non la accoglie a corte ma si impegna per il suo mantenimento e sceglie per lei guide sicure che possano affiancarla nella fase della crescita.
A pochi anni di vita viene trasferita a Bruxelles, affidata alla famiglia di Andries Douvrin, signore di Drogenbos e Sint-Martens-Bodegem, e posta sotto la tutela della Governatrice dei Paesi Bassi Margherita d’Asburgo, zia di Carlo V; quando quest’ultima muore, nel 1530, latutela passa alla zia Maria d’Austria, sorella dell’imperatore. Carlo V riconosce la bambina solo nel 1529 e con la legittimazione arrivano una serie di vantaggi, una vita agiata, una buona educazione, ma anche tanti doveri che Margherita impara a conoscere molto presto.
Ha sette anni quando si cominciano a progettare le sue nozze con un giovane rampollo di casa Medici, Alessandro, ritenuto figlio naturale del duca di Urbino Lorenzo de’ Medici, ma che più di una voce indica come figlio di papa Clemente VII. Dopo la grave crisi fra papato e impero, culminata con il sacco di Roma del 1527, si moltiplicano gli sforzi diplomatici per ritrovare l’equilibrio politico in Italia e il matrimonio di una rampolla asburgica con un discendente del Magnifico, benché entrambi figli illegittimi, appare un passaggio fondamentale.
Nel 1533 viene deciso il trasferimento di Margherita dal Belgio in Italia, un lungo viaggio che la porta, con molte tappe in cui riceve gli onori degni di una principessa imperiale, prima a Firenze, poi a Roma e infine a Napoli, meta conclusiva. Prima di giungere nella città medicea, Margherita fa sosta nella villa di Poggio a Caiano, dove venivano accolte, prima di giungere a Firenze, le fidanzate e le spose straniere dei membri della famiglia. La principessa asburgica riceve l‘omaggio della giovane Caterina de’ Medici e di altre aristocratiche; solo successivamente si reca a Firenze dove incontra il fidanzato Alessandro e dove in suo onore si svolgono dieci giorni di grandi festeggiamenti e spettacoli, dalla caccia al toro al gioco del calcio, dagli spettacoli teatrali ai balli.
Dopo Firenze è la volta di Roma: qui è papa Clemente VII ad accoglierla con una sontuosa festa e con il prezioso dono di una parure di diamanti. Dopo quasi sei mesi di viaggio, Margherita giunge a Napoli dove è previsto che le venga impartita una educazione raffinata degna di una nobildonna rinascimentale. Studia il latino, l’italiano, lo spagnolo; impara i modi di corte e cura le relazioni importanti scrivendo, su indicazione del padre, al papa, alla sua tutrice Maria d’Austria, al fidanzato. Tutte le sue lettere sono firmate con l’appellativo “Margarita d’Austria” come è giusto che sia e come l’imperatore le ricorda in continuazione.
Il 27 febbraio 1536, tre anni dopo il suo arrivo a Napoli, alla presenza dell’imperatore Carlo V gli sposi si scambiano gli anelli; due giorni dopo la partenza per Firenze dove il corteo che accompagna la sposa giunge a fine maggio. Di nuovo Margherita viene accolta nella villa di Poggio a Caiano, in attesa della celebrazione delle nozze che avvengono il 13 giugno nella basilica di san Lorenzo. A Madama, come veniva chiamata la principessa d’Asburgo, la corte fiorentina piace, come piace il giovane sposo, che invece è inviso dal popolo. Il matrimonio ha breve durata: il duca Alessandro, signore autoritario di Firenze, viene ucciso il 6 gennaio 1537 da Lorenzino de’ Medici. Dopo poco più di sei mesi, Margherita è vedova prematuramente e senza eredi. Torna a essere una pedina nelle mani del padre: vista la sua giovane età è possibile farne di nuovo un utile strumento di alleanza con la corte papale e rendere più sicura l’influenza imperiale sul territorio italiano. Carlo V non dà quindi seguito alla proposta matrimoniale di Cosimo I de’ Medici, nuovo signore di Firenze succeduto ad Alessandro, ma guarda alla famiglia Farnese che ora ha un suo membro sul soglio di Pietro, papa Paolo III. Seguono lunghe trattative, vengono stipulati complessi accordi economici e si fissa la data delle nozze fra Margherita e Ottavio Farnese, nipote del papa, per il mese di novembre 1538. Il papa favorisce Madama d’Asburgo nella causa intentata contro di lei sull’eredità di Alessandro, vuole compiacere la futura sposa ma soprattutto l’imperatore. Tutti vedono con favore queste nozze, tranne lei, la sposa.
Margherita giunge a Roma, ma vi arriva ancora con il nero vedovile che non abbandona nonostante sia ora promessa sposa; disdegna lo sposo che ha tre anni meno di lei e che ritiene un bambino. Ubbidiente fino ad allora, Margherita si ribella come può. Il 4 novembre cede alla volontà di chi ha pianificato la sua vita: le nozze avvengono nella Cappella Sistina alla presenza del papa, che è anche il nonno dello sposo; riferiscono le cronache che la giovane non abbia risposto alla formula di rito e con il silenzio abbia voluto manifestare il suo dissenso. Dopo queste piccole scaramucce, che di fatto non interferiscono con quanto deciso ai più alti livelli, Margherita ha una sola arma e la usa: rimanendo a vivere nel palazzo un tempo dimora romana della famiglia Medici, divenuta sua con l’eredità dal marito Alessandro, rifiuta di consumare il matrimonio lasciando Ottavio fuori dal talamo nuziale, accusandolo di lavarsi poco e di vivere secondo degli usi poco consoni al suo rango. Scandalo, preoccupazione, sconcerto, perfino le frecciate delle pasquinate romane si intrecciano nel suo primo periodo di vita romana. Voci del tempo, raccolte da un rappresentante della corte granducale toscana, parlano, per esempio, di una malattia del giovane Ottavio che altro non sarebbe stato che un “mostaccione”, un gran colpo al viso sferrato da Margherita al giovane sposo probabilmente per sottrarsi alle avances. Margherita teme per il suo rango e il suo potere, vede nel suo matrimonio con un Farnese un possibile salto indietro rispetto ai titoli del precedente marito, al suo personale patrimonio e ai suoi cospicui beni. In fondo chi è questo Ottavio, cosa offrono la famiglia e lo stesso papa, che Margherita vede molto vecchio e ormai prossimo alla fine? È lei che, in virtù delle sue ricchezze, dell’ascendenza imperiale, dei possedimenti, porta prestigio alla famiglia Farnese e non viceversa, è lei che offre loro l’ingresso fra le dinastie familiari più potenti in Italia e in Europa. Lucida, determinata, consapevole Margherita esprime al padre i suoi timori e gli chiede di essere tutelata. Per diversi mesi, fino al 1540, a nulla valgono le esortazioni del papa, le imposizioni paterne:Margherita, rifiutando ogni contatto con il marito, cerca la sua via per l’annullamento, almeno fino a quando Carlo V, in una lettera, riesce a convincerla di rivedere le sue posizioni.
Consumato finalmente il matrimonio, l’unione di Margherita con Ottavio non sarà mai un’unione felice. Si legge in una lettera al Cardinale Gonzaga del 1541 a proposito dei “nuovi garbugli” tra loro che «piuttosto in Madama non si conosce molta contentezza et verso il suo consorte non par che faccia quelli segni d’amore che si converrebbono». La loro sarà principalmente un’alleanza politica, caratterizzata spesso da lontananza, in cui entrambi giocano le proprie mosse per raggiungere e confermare il potere.
L’erede asburgica ha un ruolo importante nella trattativa con l’imperatore per l’attribuzione al marito di un ducato e, in seguito, si impegna per il mantenimento dei possedimenti di Parma e Piacenza e per l’affermazione del figlio Alessandro, nato nel 1545 da un parto gemellare, sopravvissuto al fratello Carlo morto in tenera età, e destinato a un radioso futuro militare e politico. Di Ottavio non si fiderà mai ciecamente, come non riuscirà mai a eliminare la ruggine con la famiglia Farnese; rimane invece fedele al volere del padre e al compito che le è stato assegnato.
Nel 1559 parte per Bruxelles dopo che il re di Spagna Filippo II, suo fratellastro, l’ha nominata governatrice dei Paesi Bassi, un’area con forti tensioni autonomiste e grande instabilità. Non è un compito facile controllare la situazione, soprattutto per Margherita non è semplice arginare le richieste di pugno di ferro che provengono dalla corte spagnola. Lei, che propone una politica di conciliazione, non ha vita facile eppure riesce nel compito, fino a quando il re non invia nei Paesi Bassi il duca d’Alba con il compito di intervenire con durezza sulla situazione locale. L’amarezza spinge Margherita alle dimissioni e al ritorno in Italia. Dopo un iniziale soggiorno a Parma con la sua famiglia, preferisce ripartire, questa volta per l’Abruzzo dove ha molti possedimenti e dove si era già recata nel 1540; viene nominata Governatrice generale di quelle zone nel 1569, comincia la sua azione di governo nei suoi feudi trascorrendo tempo a Leonessa, Cittaducale, Montereale e stabilendo infine la sua corte a L’Aquila. L’Ordinamento giudiziario dello Stato d’Abruzzo e i successivi Ordinamenti di Margherita, del 1571, costituiscono un corpus legislativo che dimostra la volontà politica della duchessa di creare uniformità amministrativa, politica e di governo in quei territori, ponendo così fine alla consuetudine di lasciare spazio alle decisioni arbitrarie dei suoi rappresentanti, che creavano profondo malcontento fra la popolazione.
Torna un’ultima nei territori dei Paesi Bassi, fra il 1579 e il 1581, su richiesta di Filippo II: per lei si tratta di una rivincita, perché il fratello è costretto a riconoscere che il pugno di ferro attuato dal duca d’Alba non ha risolto le controversie, anzi le ha aggravate. Questa seconda nomina a Governatrice in un primo momento la rinfranca anche perché le viene affiancato, per le sole questioni militari, il figlio Alessandro; purtroppo l’ambizione del figlio si trasforma in ostilità nei suoi confronti e la crisi nei Paesi bassi, suo malgrado, invece di diminuire si acuisce. Maddalena, che da tempo ha chiesto al re di Spagna di revocare la sua nomina e permetterle il rientro in Italia, lascia i Paesi Bassi nel 1584. Di nuovo passa per il Ducato di Parma e Piacenza per poi proseguire per l’Abruzzo. Questa volta la sua meta è Ortona, città marinara dal clima più mite rispetto ai rigori invernali de L’Aquila, dove decide trasferirsi e di far costruire una dimora privata degna del suo rango. Margherita d’Austria non vedrà mai conclusi i lavori del suo nuovo palazzo: muore il 18 gennaio 1586. Le sue spoglie riposano nella Chiesa di San Sisto a Piacenza.
Il testo è tratto dalla ricostruzione storica pubblicata in “Memorie” nel sito www.toponomasticafemminile.com