MARIA DE UNTERRICHTER JERVOLINO
Rita Ambrosino
Grande studiosa e protagonista della vita politica italiana del secondo dopoguerra, Maria De Unterrichter, il cui cognome originale era von Rechtentahl prima che i fascisti ne imponessero il cambiamento, nasce il 20 agosto del 1902 a Fucine nella frazione di Ossana, tra le montagne trentine, dove il padre Guido, Commissario superiore della Guardia di Finanza dell’Austria, era stato trasferito per motivi di lavoro.
Allo scoppio della prima guerra mondiale, i de Unterrichter devono spostarsi ad Innsbruck e qui Maria, insieme al fratello Guido di un anno più piccolo, presso l’imperiale regio ginnasio intraprende gli studi classici che poi porta a termine al liceo classico Prati di Trento quando, a guerra terminata, rientra in Italia con la famiglia.
Si iscrive alla facoltà di Lettere a Roma e durante gli anni universitari cura la sua formazione cattolica nutrendosi degli stimoli derivanti dalle associazioni operanti nella capitale e dalla frequentazione con giovani laici di altri orientamenti politici. Il suo è un cattolicesimo vivo, aperto; per lei la laicità non consiste nel non credere, ma nella capacità di lasciare l’altro nella libertà di credere in modo diverso.
Inizia presto ad interessarsi di politica, diventando Presidente della Fuci femminile prima e di quella nazionale poi; come delegata per l'Italia dell’associazione internazionale “Pax Romana”, da poco fondata, nel 1924 prende parte al Congresso di Budapest.
Conseguita la laurea, a Trento si dedica all’insegnamento e ottiene la direzione dell’Istituto femminile Notre Dame de Sion che lascerà nel 1930 per seguire a Napoli il marito Angelo Raffaele Iervolino, avvocato partenopeo, antifascista, rifugiatosi in Vaticano con la complicità di Papa Pio XII e ministro nel governo Badoglio.
Pur nelle difficoltà del periodo bellico, Maria trova il capoluogo campano in pieno fermento sociale e culturale e da subito si avvicina agli ambienti impegnati in opere sociali e di carità cristiana a favore delle donne e dei più bisognosi.
A Napoli forte è anche il fervore politico e si vanno ponendo le basi per la nascita della Democrazia Cristiana, il partito cattolico nel quale approda insieme al marito. Sono entrambi eletti all’Assemblea Costituente nel 1946. Maria è al fianco di De Gasperi nella Commissione per i Trattati Internazionali e per l’elaborazione dell’Accordo De Gasperi-Gruber con l’Austria sull’Alto- Agide, e prende parte anche alla Sottocommissione d’inchiesta per la riforma della scuola.
Eletta deputata nel 1948 e poi nelle due legislature successive nella circoscrizione di Avellino- Benevento-Salerno, fa parte della Commissione Rapporti con l'Estero, compresi gli economici e Colonie; sottosegretaria alla Pubblica Istruzione nei governi Scelba, Segni I e Zoli e presidente della Commissione ministeriale per l'elaborazione degli orientamenti delle attività educative nelle scuole materne statali.
Nel frattempo anche all’interno del partito ottiene importanti nomine come Responsabile dell'Ufficio problemi assistenziali della Democrazia cristiana, componente del comitato permanente per il Mezzogiorno e della Direzione Nazionale.
La sua attenzione ai problemi della scuola e dell’impegno sociale continua anche dopo la sua attività parlamentare. Rifiutato l’invito del partito a ripresentarsi alle politiche del 1963, si
dedica da quel momento in poi allo studio e alle attività pedagogiche nelle libere organizzazioni, nell’Unesco e soprattutto nell’Omep, Organizzazione Mondiale Educazione Prescolastica, della quale presenzia dapprima il comitato italiano per poi venir eletta, per tre mandati, vicepresidente mondiale, tra il 1968 ed il 1973.
Da sempre in prima linea anche nelle politiche di tutela della donna, entra a far parte dell’Unione donne cattoliche e fonda insieme alle colleghe Maria Agamben, Angela Guidi e Lina Merlin,
il Cidd, Comitato Italiano Difesa Morale e Sociale della Donna per l’assistenza alle donne che riescono a lasciare la prostituzione, aiutandole nel reinserimento in società.
Appassionata sostenitrice del metodo educativo di Maria Montessori, è proprio lei a riceverla all’Assemblea Costituente quando nel maggio del 1947 fa rientro in Italia dopo esserne stata allontanata dal fascismo nel 1934, invitando tutte le donne italiane a vedere in lei “una geniale guida nei nostri nuovi compiti politici”. Da quel momento in poi le sue energie maggiori le spende nelle associazioni per la diffusione del metodo, l’Ami, Associazione Montessori Internazionale, e l’Onm, Opera nazionale Montessori, di cui è presidente per circa un trentennio.
Alcuni anni dopo la sua morte, avvenuta il 27 dicembre 1975, l’Opera Montessori istituisce un premio in suo onore per le migliori tesi di laurea sul pensiero e l’opera della scienziata italiana.