Napul’è, mostra gradita a molte napoletane e napoletani che, attraverso le targhe dedicate a personaggi femminili che hanno lasciato profonda traccia a Napoli, ciascuna nel proprio campo, hanno scoperto figure di grande spessore.
Il Maggio dei Monumenti, dedicato a ‘O core ‘e Napule | Cori, cuori e colori di Napoli, si è appena concluso e tra le tantissime iniziative che lo hanno caratterizzato, anche la mostra Napul’è …Toponomastica femminile si è fatta ricordare.
In un punto nevralgico cittadino, il complesso monumentale di San Severo al Pendino in via Duomo, a pochi passi dalla Cattedrale di Napoli, un percorso così originale ha colpito visitatrici e visitatori. Complimenti in tante lingue diverse, messaggi di augurio apprezzamento incoraggiamento, nonché stupore per questa iniziativa da tante parti del mondo: Nuova Caledonia, Canada, Australia , Danimarca, Germania, Slovenia, la mostra è stata apprezzata grazie anche ai pannelli tradotti in inglese da Anna La Palombara e Gabriella Rammairone.
Riscoperta gradita a molte napoletane e napoletani che, attraverso le targhe dedicate a personaggi femminili che hanno lasciato profonda traccia a Napoli, ciascuna nel proprio campo, hanno scoperto figure di grande spessore.
Il percorso della mostra – costruita su testi e ricerche diGiuliana Cacciapuoti, con i censimenti di Livia Capasso e le fotografie di Rita Ambrosino, Maria Pia Ercolini, Linda e Mauro Zennaro, Paola Castelli, Monica Memoli, Luciana Sarnataro – spiega come si sia rinnovata la toponomastica partenopea, cercando di riequilibrare e rendere visibile il talento di artiste, scienziate, studiose, grazie anche alla campagna di sensibilizzazione nelle scuole e all’istituzione di concorsi ad hoc sul tema della toponomastica di genere. Alcune delle nuove attribuzioni sono nate infatti dal lavoro di ricognizione delle scuole, che hanno riportato in evidenza il valore di donne che rischiavano di essere dimenticate.
Tra le nuove intitolazioni nelle strade di Napoli c’è quella all’artista Lydia Cottone (1923- 1997), che ha firmato opere simbolo della città come il monumento di Salvo D’Acquisto nella piazza omonima centralissima e arcinota col vecchio nome di piazza Carità.
Un bel cambiamento davvero quello che si è registrato nell’ultimo triennio, considerando che fino a poco tempo fa le poche targhe stradali al femminile erano per lo più dedicate alle Madonne. Ma l’innovazione sulle vie della parità non si ferma qui e guarda al futuro con tante altre iniziative del gruppo Toponomastica femminile. Mirati e significativi articoli sui social media hanno raccontato della mostra nei 15 giorni dell’esposizione. Momenti emozionanti durante il vernissage del 6 maggio con il concerto del Coro polifonico femminile Levis Cantus, alla presenza dell’Assessore alla Cultura Nino Daniele che ha patrocinato l’esposizione, e il 9 maggio durante l’incontro con le associazioni laicali femminili della Curia di Napoli che hanno tenuto il loro incontro in una cornice tanto particolare e sono state incoraggiate a ritrovare nomi di donne notevoli alle spalle di tanti santi e beati, anche questi rigorosamente uomini.
In molte città la maggioranza delle strade dedicate alle donne si trovano in periferia. Non è sempre così a Napoli: delle 278 targhe che recano nomi femminili molte sono nel Cuore di Napoli, Pendino Vicaria proprio la zona dove sorge San Severo e come per magia si sono ripercorse e notate le strade appena viste in foto. Se però è stato possibile chiamare questa Mostra Napul’è …Toponomastica femminile è grazie a un cambiamento ben preciso: riequilibrare e rendere visibile il talento delle donne nelle strade della città, quale atto duraturo e non effimero, è stato il primo obiettivo del nuovo e innovativo” Regolamento per la toponomastica cittadina” di Napoli.
A oggi sono 44 – tra strade giardini, belvedere, scuole e auditorium – i nuovi luoghi dedicati a donnecon un ruolo rilevante nella storia cittadina, ma le loro targhe non ci sono ancora: ci auguriamo che presto possano essere fotografate e aggiunte a questa prima passeggiata, che arricchisce di cultura democratica la visita della città.