Pistoia e provincia: facciamo il punto.
Testo di Laura Candiani, referente per la Provincia di Pistoia di Toponomastica femminile
A Pistoia e provincia negli ultimi quattro anni le intitolazioni alle figure femminili sono aumentate,come pure le iniziative relative alla toponomastica, grazie anche alle sollecitazioni attuate a più livelli dalla nostra associazione.
Collaborando con la Commissione provinciale per le Pari Opportunità è stato possibile organizzare il concorso“Nome singolare femminile. Pistoia ieri e oggi: una sala nel ricordo, un ricordo nella sala” riservato alle/agli studenti degli Istituti superiori per scegliere – dopo accurate ricerche biografiche – il nome da assegnare a una sala del Palazzo della Provincia; il giudizio era affidato alla Consulta provinciale degli Studenti e la prescelta è risultata la pistoiese Maria Luisa Palandri Reali, una giovane vedova fondatrice della associazione Famiglie caduti e dispersi di guerra. Contemporaneamente, un’altra sala è stata dedicata alle costituenti elette nella circoscrizione di Pistoia – Firenze, Teresa Mattei e Bianca Bianchi, due partigiane divenute poi giovanissime deputate; la prima si ricorda fra l’altro perché fu detta “la ragazzina di Montecitorio” e introdusse la mimosa come fiore per celebrare la festa internazionale della donna, la seconda ebbe un successo travolgente tanto da ottenere il doppio di preferenze rispetto a Sandro Pertini.
La cerimonia di scopertura delle targhe è avvenuta il 9 giugno 2014.
Durante la manifestazione “Leggere la città” (Pistoia – aprile 2013) fu lanciata dal gruppo femminile Rete 13 febbraio una iniziativa destinata a grande successo: un referendum cittadino per scegliere tre nomi da attribuire a tre giardini; la cerimonia di intitolazione, nel novembre dello stesso anno, a Ipazia, Ilaria Alpi e Anna Magnani è stata una allegra festa popolare e una bella occasione di muoversi per la città in bicicletta.
L’esempio del referendum è stato di recente ripreso come “buona pratica” dalla commissione Pari Opportunità del Comune di Montecatini Terme, in collaborazione con Toponomastica femminile: la cittadinanza è stata chiamata a pronunciarsi su due serie di nomi femminili, una dedicata a donne di fama nazionale, l’altra a donne legate in vario modo al territorio. Oltre 1100 persone hanno espresso il proprio voto e presto due aree verdi, già individuate, saranno dedicate rispettivamente a Maria Sklodowska Curie – che venne in città più volte per studiare le acque curative – e alla astronoma toscana Margherita Hack. Altri nomi molto votati rimarranno in attesa fino a nuove intitolazioni, che l’Amministrazione ha promesso in tempi brevi.
Nel capoluogo si sono svolti due incontri pubblici dedicati alla toponomastica: il primo (“Le donne, le strade, la città”) si è tenuto nell’ambito di “Leggere la città” il 21 aprile 2014 nei Magazzini del sale presso il Palazzo Comunale di Pistoia, e ha visto gli interventi di Maria Pia Ercolini e della sottoscritta, su invito dell’Amministrazione comunale; il secondo si è tenuto il 5 marzo scorso presso la Biblioteca San Giorgio. Questa volta l’intento era più ambizioso perché, al convegno “Donne mal dette e nascoste nel territorio e nelle strade italiane” organizzato da Toponomastica femminile con il sostegno della locale sezione soci Coop, si è unita la presentazione di un testo realizzato da Riccardo Tomassucci e da me, affiancati ancora una volta da Maria Pia Ercolini.
Nel corso del 2015 sono stati pubblicati altri libri, del tutto o in parte, sull’argomento; da segnalare il mio saggio La toponomastica e le donne del Risorgimento: dalla Valdinievole all’Italia; riflessioni su presenze e assenze (nel volume Fare le Italiane) e Donne – ricordi scolpiti nella pietra di Susanna Daniele e Cristina Bianchi. Nuove intitolazioni si sono avute in vari Comuni, a partire dal capoluogo (che si definisce “città di genere”): una piazza dedicata a Rita Levi Montalcini e alcune vie intitolate a donne martiri del nazi-fascismo o protagoniste della Resistenza; altrove troviamo dediche assai originali (ad Agliana: Hannah Arendt, Marianella Garcia, Medea Norsa). Da segnalare il ricordo della giornalista Ilaria Alpi e di imprenditrici locali (a Monsummano largo Carla Rossi Balducci) e la recentissima dedica, a Lamporecchio, ad una donna rapita dai fascisti locali e poi uccisa a Marzabotto, Maria Assunta Pierattoni.
Non mancano edifici di nuova costruzione dedicati a figure femminili, come il Centro visite del Padule di Fucecchio, in Castelmartini (Larciano), intitolato alla baronessa Irene Alfano Montecuccoli, e il Centro Polivalente di Uzzano dedicato ad Amina Nuget, giusta fra le nazioni dal 2003, per aver salvato dalla deportazione – insieme al marito – le tre sorelle Della Riccia. Di recente la scuola di musica di Ponte Buggianese è stata intitolata alla giovanissima allieva Eleonora Caietti Buonamici.
In qualità di referente provinciale, da quando ho conosciuto e mi sono avvicinata all’associazione, ho cercato di coinvolgere tutti/e gli assessori/e le consigliere di Parità: non è stato un compito facile in una Provincia, quella di Pistoia, in cui cinque Comuni non hanno neppure una via dedicata a una donna e in cui spesso mancano assessorati o commissioni con cui interagire. Ma si sa che occorre tempo e molta, molta pazienza. Ho cercato allora di trovare altre strade, come quella delle biografie di donne vissute in quest’area geografica, spesso finite nell’oblio, dando loro visibilità e nuova vita grazie alla voce “Memorie” del sito. Altri testi hanno riguardato in modo specifico l’odonomastica di Pistoia, Montecatini, Agliana.
Nell’ambito della mostra “Donne e lavoro”, che sta percorrendo l’Italia, ho realizzato alcuni cartelloni attraverso i quali ho fatto emergere la memoria di alcuni mestieri tipicamente femminili, alcuni dei quali sono stati praticati fino all’incirca la metà del XX secolo: le mescitrici che servivano l’acqua negli stabilimenti termali a Montecatini , le balie che emigravano dalla Valdinievole per dare il loro latte a bambini fortunati , le tabacchine che lavoravano in tre grandi stabilimenti il pregiato tabacco , le impagliatrici e le trecciaiole che utilizzavano le erbe spontanee del Padule per fare intrecci per sedie, sporte, fiaschi, damigiane.
Al momento sto lavorando con due amiche, bravissime guide turistiche, al progetto di due libri tascabili che riguarderanno percorsi “di genere”: uno per il capoluogo Pistoia – con i tre Comuni della piana (in direzione Prato), l’altro per la montagna e la Valdinievole, con un totale di 18 Comuni. L’operazione dovrebbe avere uno sbocco ideale all’inizio del 2017: saprete tutte infatti che Pistoia ha avuto l’onore di essere nominata capitale della cultura italiana per il prossimo anno. Un bell’articolo di Tomaso Montanari – appena giunse la notizia – spiegò efficacemente i motivi per cui non si può non conoscere Pistoia che ha un patrimonio artistico considerevole, ma soffre di scarsa visibilità perché letteralmente schiacciata fra colossi del turismo come Pisa, Lucca, Firenze, Siena. Si cercherà quindi di riequilibrare la situazione e di suggerire affascinanti percorsi cittadini ed extra-urbani sulle tracce di donne straordinarie: dalle monache di clausura, che realizzano deliziose mar-mellate, ad artiste di grande ingegno (come Egle Marini), dalle patriote risorgimentali alle tante vittime del nazi-fascismo, da figure modellate nel marmo (come quelle del pulpito di Sant’Andrea) a creature vive solo nelle parole dei poeti, come Selvaggia Vergiolesi.