Maria Pia Ercolini, Roma. Percorsi di genere femminile – vol. II, Iacobelli editore, 2013
Dopo aver percorso, nel primo volume, Trastevere “con occhi di donna” (la Conferenza di Pechino, 1995, docet), passiamo sulla riva sinistra del Tevere, mantenendo uno sguardo femminile, quello di chi è stata protagonista nella storia di Roma ma non solo – antica e recente, reale o mitologica – e quello di chi oggi osserva.
Attraversiamo Ponte Sublicio e ci avventuriamo per il Testaccio, l’Ostiense, la Garbatella, l’Aventino, il Circo Massimo, il Ghetto, tornando infine alla Lungara, punto di partenza, alla ricerca di cittadinanza femminile. Ci lasciamo prendere per mano da numerose guide femminili che ci indicano vie, strade, piazze, giardini, monumenti, case, spazi magari già incontrati nelle nostre passeggiate, consegnandoci una lente per vedere Roma con una vista nuova.
Scorgiamo così Elsa Morante e Gabriella Ferri, Luce d’Eramo, Amelia Rosselli, Joyce Lussu e Jessie White, Giovanna Marini e Sofia Scandurra, Miriam Mafai, Settimia Spizzichino, Anna Magnani, Alice Ceresa, Carla Capponi, Gianna Mancini, Ingeborg Bachmann, Artemisia Gentileschi, Beatrice Cenci, Tosca, Ottavia, Rea Silvia, Acca Larentia, Plotina, Messalina, Cornelia…
Conosciamo e riconosciamo donne che a Roma sono nate oppure morte, transitate oppure ricordate, donne del Risorgimento, donne della Resistenza, scrittrici, cantanti, musiciste, poete, giornaliste, politiche, pittrici, “sgarbatelle”, registe, danzatrici, imperatrici, mogli di imperatori, sante, mistiche, martiri, nobildonne, dee, religiose, madri o nutrici, matrone, donne chiuse nel Ghetto, donne deportate e donne sopravissute, prigioniere, bimbe orfane, donne alte, donne basse, donne bionde, donne more… DONNE!
Un ritratto importante, spesso velato o alterato, oppure dipinto con colori troppo tenui o altrimenti circondato da figure più appariscenti che ne impediscono la corretta percezione.
La storia è incompleta se non si racconta del passaggio e della presenza delle donne. Le donne reali sono state protagoniste, hanno partecipato e partecipano alla vita sociale, economica, politica del mondo, ma sono troppo spesso costrette dietro quinte disposte ad hoc, allontanate da una cittadinanza pubblica e dagli spazi cittadini. In un’Italia più sensibile alle donne per strada che alle strade di donne, questo “manuale per l’uso” permette di sfatare l’immaginario collettivo di figure illustri esclusivamente maschili che “mettono fuori strada” le donne e la società. La toponomastica dà il proprio contributo alla creazione di una cultura non discriminante nei confronti delle donne, facendo percorrere le strade cittadine non in punta di piedi, ma appoggiando bene le scarpe – di donna – per far sentire i propri passi, a segnare il tempo delle voci narranti che non ci fan sentire la solita musica.
“Percorsi di genere femminile” è un pentagramma toponomastico e storico dove sono scritte le note e le pause, le spiegazioni e i momenti di riflessione, e il segno apposto al rigo musicale è una chiave di tenore, di comportamento, una chiave di do, voce del verbo dare, per dare una lettura nuova di ciò che è scritto – o non è scritto – nella città eterna.
Un’aria nuova per cantare un’altra storia.