America
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- Anna Bancroft: è la prima donna che riuscì a completare con successo una serie di difficili spedizioni nell'Antartide e nell'Artide. Esploratrice e scrittrice è nata nel Minnesota nel 1955. Nel 1992 attraversò con gli sci tutta la Groenlandia,guidando una squadra tutta al femminile. Un anno dopo, guidò una spedizione di quattro donne, sempre con gli sci, al Polo Sud. Quest'ultima è stata la prima spedizione tutta al femminile. Nel 1995 è stata inserita nella National Women's Hall of Fame. Nel 2006 ha partecipato attivamente ad una campagna di protesta contro la proposta di un emendamento alla Costituzione del Minnesota che vietava il riconoscimento legale di matrimoni ed unioni civili fra persone dello stesso sesso. I risultati della sua spedizione sono stati usati come strumenti pedagogici per promuovere la conoscenza sull'ambiente.
- Laurie Barra: la prima sindaca di Pechino nel 2011.
- Mary Barra: prima donna al mondo a guidare una grande società produttrice di auto, la General Motors.
- Norma Enriqueta Basilio: la prima donna ad accendere il braciere olimpico nel 1968. È accaduto a Città del Messico ai Giochi della XIX Olimpiade. Nata il 15 luglio 1948, è un’ex atleta messicana.
- Patricia Bath: la prima dottoressa afro-americana a brevettare un’invenzione medica.
- Catharine Esther Beecher: (1800-1878) si occupò di economia domestica e di educazione femminile; fu la prima donna a organizzare la cucina delle abitazioni americane in modo razionale e pratico, alla metà dell'Ottocento.
- Joan Benoit: la prima donna a vincere l’oro olimpico nella Maratona.
- Bigelow Kathryn Ann: è stata la prima donna a vincere il Premio Oscar migliore regia, nel 2010, con il film "The Hurt Locker". Nata in California nel 1951 è una regista,sceneggiatrice e produttrice cinematografica.
- Elizabeth Blackwell: prima donna medico in America. Nacque a Bristol nel 1821 e morì in Scozia nel 1910. Fu la prima donna dei tempi moderni a laurearsi in medicina e ad esercitare questa professione negli USA.
- Louise Blanchard Bethune: prima donna americana a lavorare come architetta professionista.
- Bessie Blount Griffin: prima donna afro-americana a lavorare a Scotland Yard.
- Nellie Bly: nel 1888 fu la prima donna a circumnavigare il mondo in 72 giorni.
- Roberta Bondar: è stata la prima donna canadese nello spazio nel 1992.
- Margaret Bourke White: prima fotografa straniera ad avere il permesso di scattare foto in URSS. E' stata anche la prima donna fotografa per il settimanale Life e la prima donna fotografa della rivista Fortune. Pioniera della fotografia documentarista del ventesimo secolo, le sue foto hanno immortalato la Grande Depressione, l'industria moderna ed i movimenti sociali e politici dal 1920 al 1930. E' nata a New York nel 1904 ed è morta nel 1971.
- Harriet Boyd: prima archeologa ad organizzare in proprio uno scavo in terra ellenica. Nata a Boston. Conclusi gli studi classici, si reca in Grecia ad effettuare scavi. È stata anche crocerossina nelle file della Union Greek Women. Ha ricevuto una decorazione al valore da parte della regina Olga di Grecia.
- Jamie Brewer: la prima modella con la sindrome di Down (febbraio 2015).
- Grace Brewster Murray: la prima donna esperta di computer science a conquistare nel 1969 il titolo di "Man of the year".
- Ruby Bridges: fu la prima allieva nera a frequentare una scuola interamente composta da bianchi nel sud degli Stati Uniti. Dopo la sua iscrizione i genitori bianchi ritirarono i propri figli da scuola, gli insegnanti si rifiutarono di insegnare e lei dovette essere scortata da casa a scuola e viceversa da sceriffi federali a causa delle minacce di morte ricevute.
- Georgia Tiny Broadwick: californiana, è stata la prima donna a lanciarsi da un aereo con il paracadute nel 1913. Cinque anni prima, a soli 15 anni, si era lanciata da "un pallone ad aria calda". Nel 1914 effettuò cinque lanci dimostrativi alle autorità militari americane. Nella sua vita effettuò più di mille lanci. E' morta nel 1979 all'età di 86 anni.
- Rosemary Brown: la prima donna nera eletta in Canada nel 1972. Nel 2009 le è stato dedicato un francobollo commemorativo. Si impegnò per eliminare comportamenti di discriminazione razziale. E' morta nel 2003.
- Pearl Buck: la prima donna americana a vincere il Premio Nobel per la Letteratura.
(Hillsboro, 1892 – Danby, 1973)
di Agnese Onnis
Nel 1938 viene assegnato a Pearl S.Buck il premio Nobel per la Letteratura, per la prima volta ad una donna statunitense.
Pearl Comfort Sydenstrickerl, nata in Virginia a Hillsboro, più nota come Pearl S. Buck, è stata una famosa scrittrice americana del ventesimo secolo. Malgrado i suoi numerosi libri siano stati tradotti e letti in tutto il mondo, il suo nome non è citato negli USA tra i grandi scrittori americani del Novecento, probabilmente anche la sua vita viene considerata ’doppia’ in quanto vissuta per metà tra la Cina e l’America. Un’operazione di damnatio memoriae ad una scrittrice americana che ha combattuto i pregiudizi culturali delle potenze coloniali. Molti autori occidentali ed orientali si sono espressi sulla produzione della Buck , Kang Liao la considera “un ponte umano tra le civiltà dell’Oriente e dell’Occidente”.
Pearl trascorre la sua infanzia in Cina con i genitori missionari presbiteriani a ChingKiang, a Shanghai studia la dottrina di Confucio e il cinese di Pechino. La sua cultura americana viene influenzata dalla cultura cinese “Così sono cresciuta in un mondo doppio: quello presbiteriano dei miei genitori, piccolo bianco e pulito, e quello grande affettuoso allegro e non pulitissimo dei cinesi.. Tra i due non c’era comunicazione: quando ero nel mondo cinese ero cinese, parlavo cinese, mi comportavo da cinese, mangiavo come loro e condividevo i loro pensieri e i loro sentimenti”.
Frequenta gli studi superiori negli Stati Uniti fino alla laurea in letteratura inglese a Lynchburg in Virginia. Nel 1917 sposa un insegnante di economia agraria, John L.Buck, col quale ritorna in Cina nelle zone rurali povere da cui Pearl prende in seguito spunti e materiale per il suo famoso romanzo The Good Earth, che uscirà negli USA nel 1931 e riceverà il premio ambito statunitense Pulitzer.
Pearl ha pubblicato circa settanta libri, tradotti in occidente ma alcuni anche in Cina dove è conosciuta e apprezzata col nome cinese di Sai Zhenzhu.
Pearl insegna letteratura inglese all’università di Nanchino fino al 1927 ma per le ritorsioni xenofobe è costretta a rifugiarsi in Giappone, paese di cui studierà la lingua e le tradizioni. Un back-ground prezioso che permette a Pearl di capire negli anni ’30 il contesto storico dell’area orientale e vivere quello americano roosveltiano del New Deal.
Pearl è una donna occidentale che attraverso le figure femminili cinesi racconta l’amore per la terra quale fonte di vita ma non nasconde le contraddizioni del mondo femminile cinese. Ritrae storie di donne, di dolore e di solidarietà, evidenzia le tradizioni che le opprimono: bambine vendute come schiave o spose a dodici anni o la tradizione del concubinato. Riesce a trascrivere nei racconti la vita reale del mondo cinese della tradizione e della lunga parentesi rivoluzionaria. Fu precorritrice dei rapporti multiculturali e fautrice dell’umanitarismo internazionale ed è considerata una anticipatrice in qualche modo delle teorie femministe e degli studi di antropologia culturale.
Nel 1931 divorzia dal primo marito e sposa il suo editore Richard J.Wash .
La pubblicazione dei libri le assicura il sostegno alle spese sanitarie per la malattia di sua figlia Carol, a cui nel 1950 dedica un lungo racconto The Child Who Never Grew.
Coerentemente alle sue idee nel 1949 istituisce The Welcome House Inc. una fondazione per ospitare i bambini di provenienza asiatica cresciuti in attesa di adozione presso le famiglie americane. A conferma del suo impegno civile e umanitario, Pearl in prima persona prende in adozione nella sua famiglia alcuni bambini emigrati nel grande continente.
Durante la seconda guerra mondiale prende posizione contro l’internamento dei residenti giapponesi in America.
Sempre impegnata sul fronte delle ingiustizie sociali e razziali fonda insieme al marito la “East and West Association” per favorire nel territorio statunitense gli scambi culturali e sociali delle minoranze etniche.
Si schiera contro le dittature europee e, con le sue dichiarazioni sulle libertà democratiche, viene considerata eccentrica e radicale. Intransigente e indipendente partecipa alle battaglie per i diritti civili delle donne soprattutto sul piano legislativo. E’ commissaria AAUW (American Association of University Women) per la parità di diritti nella Costituzione americana nel 1942, studia e discute temi quali la parità salariale e di rango per le donne nelle forze armate, lotta per abrogare pratiche di lavoro discriminatorie nei confronti delle donne sposate.
Nel 1950 entra a far parte dell’American Academy of Arts and Letters e, con un documento pubblico, denuncia le difficoltà di integrazione e le misere condizioni di vita degli emigranti una volta entrati negli Stati Uniti. Subisce forti critiche dal mondo politico e accademico statunitense per il suo dichiarato impegno di intellettuale radicale che dissente le scelte politiche americane del nuovo ordine mondiale durante la ‘guerra fredda’. Viene messa sotto controllo tutta la sua produzione letteraria e la sua partecipazione di attivista pacifista al punto di sfiorare l’accusa di attività antiamericana.
Nel 1959 partecipa attivamente alla politica sociale che si concretizza anche attraverso la sua campagna pacifista contro le armi atomiche.
Scrive anche sulle tematiche di genere, come nella raccolta di nove saggi Di uomini e donne.
Pearl S. Buck conclude la sua lunga e intensa vita negli Stati Uniti il 6 marzo 1973 e nel 1983 viene dato riconoscimento al suo impegno civile per i diritti delle donne con l’emissione di un 5 ¢ Grandi americani serie francobollo.
Una piazza a Rotterdam porta il suo nome e sempre nei Paesi Bassi la città di Dordrecht le ha dedicato una strada.
Negli Stati Uniti in Pennsylvania a Levittown una strada porta il suo nome ed una scuola elementare è a lei intitolata; a Bristol le hanno dedicato una via ed un’area verde; a Niceville, in Florida, è a lei intitolata una strada.
Fonti
Introduzione al testo Cielo cinese, ed. Mondadori
Biografia dal testo La buona terra, ed. Mondadori
Claudio Ciccotti, Pearl S. Buck, in The Good earth alla ‘scoperta’ della Cina, Canada Usa.Net-Letterature Angloamericane, Università di Bologna, 2014
Valeria Gennaro, prefazione al libro La conquista dell’Est, Aracne ed. 2009
Valeria Gennaro, L'oppio, l'onore e il libero commercio: la Cina imperiale di Pearl S. Buck, in IPERSTORIA, 1977