Teresa Noce : un progetto per i ravvivare la memoria di questa affascinante figura di donna attraverso uno spettacolo teatrale e una iniziativa di intitolazione di uno spazio pubblico
Forse qualcosa sta finalmente cambiando nella mia Torino, città di cultura certamente ma fino a ieri poco propensa a entusiasmarsi per le tematiche cosiddette “di genere”. L’impressione è che, per ciò che riguarda la parità tra uomini e donne, si stia facendo strada una certa sensibilità non soltanto per il piano, concreto, del lavoro o della vita quotidiana, sul quale l’attenzione era già alta e abbastanza diffusa, ma anche per quegli aspetti che riguardano, più sottilmente, la sfera culturale e simbolica.
Ha aperto la strada il successo, l’8 marzo del 2016, della grande assemblea cittadina alla Cavallerizza Reale, incentrata sul tema del linguaggio rispettoso delle differenze di genere – e mi ricordo con piacere, in quell’occasione, un incisivo intervento di Cecilia Robustelli. Lo dimostra, ora, un fiorire di iniziative a ricordo delle donne elette nell’Assemblea Costituente, e in primo luogo di quella Teresa Noce che, nata a Torino in una famiglia poverissima, operaia, attivista, esule, partigiana, combattente per la libertà nella guerra di Spagna, deportata, politica e infine giornalista e scrittrice, è stata prima ostracizzata dal suo partito, poi dimenticata dalla sua città; ma il tempo è galantuomo, e oggi sembra arrivato il momento che proprio nella sua città le si possa rendere finalmente giustizia.
Nel centro di Torino, nei giardinetti che costeggiano Piazza Arbarello – curati regolarmente dai volontari di una associazione privata che vi ha piantato fiori e arbusti – sono comparse da poco alcune panchine dipinte dagli artisti legati al Museo di Arte Urbana, due delle quali in onore delle Costituenti Nilde Iotti e Teresa Noce; non solo, ma nel quartiere Campidoglio campeggia un affresco murale in memoria di Estella, che era il nome di battaglia di Teresa, anche questo a opera del MAU.
Venerdì scorso 30 giugno, in una sala gremita nella sede torinese dell’associazione artistica ArTeMuDa, è stato presentato il progetto “Via Teresa Noce”, in collaborazione con Toponomastica femminile. Scopo del progetto è di ravvivare la memoria di questaaffascinante figura di donna attraverso uno spettacolo teatrale e una iniziativa di intitolazione di uno spazio pubblico, da proporre alle istituzioni cittadine. Il gruppo teatrale dell’Associazione ha proposto in anteprima uno spezzone dello spettacolo “Vivere in piedi”, che esordirà il prossimo autunno, sulla vita e sull’opera di Teresa Noce.Tiziana Rubano, dell’Associazione ospitante, e Anna Tonelli, storica, docente all’Università di Urbino, hanno presentato il personaggio di Teresa da diversi punti di vista. Erano presenti e hanno preso brevemente la parola anche due rappresentanti dell’ANPI oltre a Nadia Conticelli, consigliera regionale, autrice in passato di una proposta di intitolazione, mentre è stato letto il messaggio inviato da Guido Vaglio, direttore del Museo diffuso della Resistenza, che era stato invitato ma non era potuto intervenire. A ricordare l’elezione di Teresa Noce nell’Assemblea Costituente la “mostra leggera” di Toponomastica femminile, con le foto delle ventuno Madri costituenti e delle targhe in loro onore. A moderare l’incontro, con l’equilibrio e la compostezza di un perfetto padrone di casa, il presidente di ArTeMuDa Roberto Micali.
In qualità di referente piemontese di Toponomastica femminile sono intervenuta con piacere, e non è per modo di dire: non capita spesso di imbattersi in tanta passione, in tanto impegno, e di incontrare un così intenso interesse, una così viva partecipazione nel pubblico, numeroso oltre a ogni aspettativa e attentissimo per due ore di fila.
In conclusione, questo e altri simili eventi alimentano l’impressione che la fitta nebbia che ha offuscato a lungo l’immagine delle donne stia forse iniziando un poco a diradarsi e che certe figure eminenti possano essere riconosciute come meritano. E non è certo un caso che in questo processo di riconoscimento gli artisti, con la loro sensibilità, facciano da antesignani.