E’ bella ed austera nella sua altissima dignità di madre che commemora una figlia straordinaria, coraggiosa, innamorata della vita e dell’umanità: la signora Anna, madre di Teresa Schemmari, oggi si dice “felice” perché sua figlia ed il suo impegno per la città rivivono attraverso l’intitolazione di una scuola che studenti, docenti e preside dell’IIS ”Raeli” hanno voluto dedicarle.
A Noto - nel cuore del prezioso barocco bianco siciliano, patrimonio dell’Umanità - un’ intitolazione “toponomastica femminile” diventa occasione per un’azione di cultura civica nobile e unica, poiché raccoglie tanti segni di Bellezza e li consegna al futuro. Attorno alla memoria di Teresa oggi si raccoglie tutta la città: la scuola che recupera memoria delle storie delle sue donne e della Storia della città, giovani creativi e impegnati , insegnanti appassionati, un dirigente scolastico illuminato, un’amministrazione aperta ed intelligente, con il Sindaco e l’assessora alla Cultura, l’ex sindaco, le amiche di Teresa. Ci sono anche le donne della politica regionale e di Toponomastica femminile che ha dato l’input perché questo capitolo della storia della cultura netina si aprisse e continuasse ad essere vivo e produttivo.
Mille fili s’intrecciano nei discorsi e nelle parole delle e degli intervenuti e non c’è intervento che abbia il sapore della retorica di circostanza. Si crea come una magica atmosfera, naturale risultato del lavoro forte, condiviso e radicato, condotto dalla scuola di Toponomastica femminile e condiviso da altre e altri docenti delle scuole del territorio e della città. Già in apertura, emozionano le parole dell’onorevole Valeria Fedeli , lette dal preside Concetto Veneziano: la Presidente del Senato elogia il lavoro della scuola netina e della scuola italiana che coltivano ascolto, valore delle differenze e cittadinanza attiva. La sensazione è che l’esperienza didattica realizzata qui a Noto costituisca un perfetto exemplum della pratica didattica invocata dal disegno di legge contro ogni forma di discriminazione di genere, presentato tre mesi fa e voluto dalla stessa Fedeli. Le parole della coordinatrice dei lavori, Vera Parisi, e poi quelle dell’antropologa Elinpaola Murè, di Tita e Salviana, amiche storiche di Teresa, riportano a Teresa e raccontano l’impegno di una giovane donna dal multiforme ingegno: l’antropologa capace di raggiungere una comunità chiusa e restia ad ogni apertura, quale era la comunità dei Caminanti, e di stabilire con essa rapporti di collaborazione attiva; l’autrice di poesie e di saggi, di iniziative civiche, fondatrice di centri di aiuto ai giovani. Teresa ha come raddoppiato il tempo della sua breve vita, dedicandolo agli altri. Ora l’intitolazione toponomastica rende onore al merito e fa riemergere nodi lasciati irrisolti sui quali l’amministrazione s’impegna a lavorare: il quartiere dei Caminanti è tornato a costituire una grande emergenza, lo sportello giovani istituito da Teresa deve essere potenziato. Così il lavoro di ricerca della scuola, diventa sociale , politico. Così, le e gli studenti recuperano memoria della loro storia e modelli per il loro agire, prospettive per lo sviluppo e per il futuro. Conclusa la manifestazione, resta aperta la mostra “Per raccontare Teresa: corpi, luoghi, immagini”: sono in esposizione opere di carta pesta realizzate da studenti del Liceo artistico, poesie di Teresa scritte su teli colorati, mentre le sue parole poetiche rivivono magistralmente interpretate da Catena Marino. Così Noto e la sua scuola di Toponomastica femminile suggeriscono modelli di cittadinanza ad un Paese che ha bisogno di pensare e aprire nuovi percorsi.