SELMA OTTILIA LOVISA LAGERLÖF
La prima donna a ricevere il premio Nobel per la Letteratura e la prima donna ammessa all'Accademia di Svezia
Marbecka – Sunne (Svezia) 20.11.1858 ‒ 16.03.1940
A Roma è ricordata con un viale e a Ravenna con una rotonda. Il suo nome è molto presente in Svezia, Austria, Germania, Olanda, Danimarca; in Spagna si trovano calle Selma Lagerlöf a Madrid e a Mérida.
Nel giugno 1910 gli editori italiani Treves furono lieti di presentare un’«opera scintillante, d’una struttura inconsueta, esuberante di fantasia e piena di grazia nativa», più che un romanzo «potrebbe dirsi un poema in prosa». Si trattava della Leggenda di Gösta Berling, il capolavoro di Selma Lagerlöf, appena premiata con il Nobel. Secondo Paolo Emilio Pavolini, che scriveva sulla rivista fiorentina Il Marzocco, «i giudici della fondazione Nobel hanno dato qualche cosa di più e di meglio che un “premio per la letteratura”; in Selma Lagerlöf hanno premiato anche l’apostolo di un alto ideale umano».
Oggi queste parole fanno sorridere e della scrittrice svedese ormai si parla poco; la sua opera a dire il vero ci appare invecchiata nello stile, nel linguaggio, nelle tematiche. Gösta è un prete ubriacone che si redime e vive come un accattone girovago; nei suoi infiniti pellegrinaggi per le campagne desolate del Varmland incontra cavalieri, streghe, bambini, animali, nobili e poveracci, chiusi in atmosfere talvolta fiabesche, talvolta realistiche, dove comunque dominano i miti e la fantasia. Gösta è un pretesto per ripercorrere le tradizioni e le leggende della Svezia rurale, cara alla giovane maestra che aveva inviato nel 1890 alcuni capitoli del futuro romanzo alla rivista Idun. Il successo fu immediato e l’opera completa apparve l’anno seguente.
Selma Ottilia Lovisa era nata nel Varmland, regione ai confini con la Norvegia, dove assorbì le leggende e i miti tramandati oralmente, ripresi ed elaborati successivamente nelle sue opere. Studiò a Stoccolma e insegnò nelle scuole elementari di Landskrona a partire dal 1885. Dopo la pubblicazione del primo romanzo e del successivo (I legami invisibili), ottenne premi e riconoscimenti in denaro che le consentirono di lasciare l’insegnamento e di dedicarsi completamente alla scrittura. Molto importanti furono due viaggi: uno in Italia la portò fino in Sicilia, dove poi ambientò l’opera I miracoli dell’Anticristo; l’altro in Egitto dove elaborò il romanzo Jerusalem. Assai noto e tradotto in tutto il mondo il racconto per l’infanzia, con intenti pedagogici, Il viaggio meraviglioso di Nils Holgersson, all’epoca pubblicato in Italia con il titolo Il viaggio di Puccettino con l’anitra selvatica, che ricevette anche l’apprezzamento del premio Nobel giapponese Kenzaburo Oe e del filosofo Karl Popper.
Nel 1907 Selma ricevette la laurea honoris causa in Filosofia e nel 1909 il premio Nobel per la letteratura; nel 1914 fu la prima donna ammessa nell’Accademia di Svezia. Mentre continuava a scrivere e a pubblicare con successo (La casa di Liljecrona, L’anello rubato, L’imperatore di Portugallia, La leggenda di Cristo e raccolte di racconti), Selma dovette, come tutto il resto d’Europa, affrontare i difficili momenti della Grande guerra e in seguito l’avvento del nazismo, per cui cercò di aiutare come poteva le persone povere e quelle profughe, arrivando a vendere la medaglia d’argento del Nobel per racimolare soldi.
Le è stato dedicato l’asteroide 11061 e il suo volto è sulle banconote da 20 corone svedesi.
Laura Candiani
Fonti:
Le opere di Selma Lagerlöf sono pubblicate in Italia da Iperborea.
Selma Lagerlöf, La leggenda di Gösta Berling, Treves, Milano, 1930 (conforme a quella del 1910)
Cristina Patregnani, www. Finzioni.it, 9.6.2012
www.biografie online.it