Con il video “Stop al femminicidio” l’IIS ”Vaccarini”di Catania si aggiudica il premio Videocomponimenti alla XV edizione del Festival internazionale dello spot sociale a Marano di Napoli.
Per far comprendere il valore del premio, è necessario innanzitutto spendere qualche parole sul Festival. Si tratta della grande festa della legalità e dell’impegno civico della scuola contro le mafie e, non a caso, si svolge in terra di camorra, nella città in cui a ventisette anni fu ucciso il giornalista Carlo Siani che aveva denunciato il malaffare che controlla queste terre e porta impoverimento e violenza.
L’ideatore del Festival di Marano è Rosario D’Uonno – uomo mite in cui convivono tenacia, forza, creatività e gentilezza dei modi - coadiuvato da una troupe di eccezione: ne fanno parte giovani appassionati, esperti videomakers di ogni parte d’Italia, docenti delle scuole di Marano, le generose madri mranesi. Per una settimana sono stati insieme, studenti ed insegnanti di ogni parte d’Italia, tutti finalisti del grande concorso con i loro video dedicati alle mille facce della legalità. Hanno discusso e incontrato uomini di legge e dell’associazionismo: dal procuratore Caselli, al sindaco De Magistris, a don Luigi Ciotti.
Una giornata, forse la più emozionante, è stata dedicata al progetto condiviso dalla scuola maranese con il carcere minorile di Nisida, alla presenza dei parenti delle vittime innocenti della camorra. In quelle giornate si sente che il “cerchio” della società civile, responsabile, che spera nonostante tutto, si può e deve allargare. Aspetto fondamentale della manifestazione: gli studenti sono ospitati dalle famiglie maranesi e così la l’esperienza diventa totale: è condivisione emotiva ed intellettuale di una grande opportunità di cittadinanza attiva e responsabile. In questa cornice il riconoscimento ottenuto dal video “Stop al femminicidio”, realizzato in collaborazione con gli psicologi del centro antiviolenza Thamaia, ha grande significato e valore per le ragazze e i ragazzi dell’IIS ”Vaccarini” . Possiamo così descriverlo: è il racconto in bianco e nero di storie di violenza attraverso frasi tratte da documenti, da testimonianze di chi ha subito la violenza. Le ragazze le scrivono, i ragazzi le cancellano (perché non capiscono o non ascoltanoo…?).
Nessuno parla. Alla fine, si suggerisce una via via di uscita: denunciare”. Nel diluvio di violenza che ha colpito in questo solo anno 105 donne, il video è stato pensato come frutto di un percorso di cura di sé e dell’altro\a, di educazione affettiva e di genere che in ogni scuola si dovrebbe realizzare. “Gli alunni e le alunne ne hanno bisogno- osserva la docente coordinatrice - e alla fine del corso ci dicono che vorrebbero continuare a parlare e a capire, perché si parla di loro e della loro possibilità e necessità di vivere bene”.