“Sia che si tratti di denominazioni legate alla realtà territoriale, sia ch’esse abbiano valenza nazionale e più ampia ancora, i toponimi saranno scelti in funzione dei loro legami con l’identità e gli interessi della comunità ravennate, con particolare riguardo alla valorizzazione dei personaggi femminili”.
Al recente Convegno nazionale di Toponomastica femminile, svoltosi quest’anno a Torino, è stata presentata l’esperienza della città di Ravenna, dove alcune felici sinergie, prevalentemente fra l’Amministrazione comunale e il Soroptimist club, hanno consentito negli ultimi anni un rapido incremento delle intitolazioni che costituisce un risultato assai significativo nel panorama italiano.
La Commissione toponomastica, in cui sono state attive nei precedenti mandati due donne assessore, oggi è paritaria nella formazione dei suoi componenti e si è dotata di un regolamento che pone fra le voci prioritarie l’incremento delle intitolazioni femminili.
Nei criteri adottati dall’attuale commissione toponomastica del Comune di Ravenna per le denominazioni stradali e areali in genere, approvati nella seduta del 6 novembre 2006, si legge infatti:
“Sia che si tratti di denominazioni legate alla realtà territoriale, sia ch’esse abbiano valenza nazionale e più ampia ancora, i toponimi saranno scelti in funzione dei loro legami con l’identità e gli interessi della comunità ravennate, con particolare riguardo alla valorizzazione dei personaggi femminili”.
Essenziale l’apporto della cittadinanza, dalla quale provengono numerose le richieste di intitolazioni, con riferimento spesso a quelle femminili, e la ricerca, svolta a più livelli, compreso quello istituzionale, di nomi significativi in contesti diversificati, da quello locale a quello internazionale con l’individuazione di donne o gruppi di donne attive nei più vari ambiti, da quello politico a quello culturale, sociale o religioso, con forte attenzione alla pregnanza simbolica delle figure che maggiormente divengono significative per la loro esperienza di vita e di impegno.
In uno stretto giro di anni, le intitolazioni femminili sono state ben 110: un numero enorme se si pensa che fossero solamente tre le strade femminili scelte in tutto il secolo XIX, e altrettante le intitolazioni del periodo fascista. Al lentissimo incremento percentuale del dopoguerra, che pure si avverte, ha fatto seguito l’impennata degli ultimi quattro anni, destinata ancora a crescere. Di particolare interesse alcuni “gruppi” di intitolazioni, quali le rotonde dedicate alle vincitrici del premio Nobel (10 solo nel 2010), e le madri della Repubblica (in numero di 9), intitolate prevalentemente fra il 2010 e il 2013.
Oggi vengono denominati prevalentemente parchi e giardini. La scelta di questi spazi è strategica e legata alle scarse possibilità di intitolare strade in tempi di modesta espansione edilizia e all’impossibilità di realizzare ridenominazioni.
Una monografia, già alla seconda edizione, valorizza questo lavoro e ne sottolinea il significato accompagnando le scelte odonomastiche con testi biografici sulla storia delle donne intitolate, scritti dalle bibliotecarie dell’Istituzione Biblioteca Classense di Ravenna e da socie del Soroptimist Club locale.