Gli alberi del “Giardino delle Giuste e dei Giusti “ dell’I.I.S ”Vaccarini” sono stati piantati. Così, anche la scuola pilota del progetto di Toponomastica femminile e Fnism conduce a compimento il suo impegno.
Quattro piccoli melograni ed un carrubbo donati dal Servizio della Forestale di Catania, così esili che è difficile immaginare gli alberi adulti e forti che diventeranno, sono stati piantati in memoria di quattro donne e di un uomo che hanno fatto il bene del mondo: Elena Fava, Pia Nalli, Anna Nicolosi Grasso, Rita Atria, Pippo Fava.
E’ l’ultimo atto di un lavoro di ricerca, emozionante perché diverso e straordinario, cominciato sei mesi fa, in classe, negli archivi, attraverso racconti di chi ha conosciuto donne di valore che il mondo non ricorda o ricorda poco. È stato soprattutto esplorato un mondo in cui le donne non conoscono riconoscenza, riconoscimento e memoria.
Che la ricerca fosse rivolta sia alla storia maschile che alla storia femminile ha reso il percorso ricco e vario, più aperto alla riflessione sulle differenze e sulla discriminazione. Ragazze e ragazzi mi dicevano che “scovare” donne è un’impresa. Di uomini grandi da ricordare invece ce n’erano tanti sui libri , nei documenti e nella memoria collettiva.
Poi abbiamo scelto gli alberi. E li abbiamo piantati insieme -studenti, insegnanti, donne dell’associazionismo- con una manifestazione straordinaria poiché atipica: abbiamo scavato le buche nella terra, in luoghi selezionati perché accogliessero le nostre piantine; abbiamo parlato insieme di battaglie civili e di impegno, nel nostro nascente Giardino, attorno all’aiuola che ha accolto le nostre piantine.
Donne e uomini di tre generazioni: Grazia Giurato, madre delle battaglie femministe a Catania, Fiorella Granà e le donne della Fildis, la prima associazione di donne lavoratrici diplomate in Italia, insegnanti battagliere che attraverso la via della toponomastica femminile conducono poderosi percorsi di educazione alla parità, ragazze e ragazzi appassionati, che hanno condiviso l’impegno alla pari.
Ultimo momento: abbiamo apposto le targhe. Colorate, vive: raccontano, con le parole delle e degli studenti, le ragioni delle loro scelte. Accanto al nome di Rita Atria, Testimone di Giustizia, leggiamo ” Il coraggio della denuncia”; accanto al nome di Anna Nicolosi Grasso, Maestra e Politica, “Il coraggio dell’impegno civile e politico”; accanto al nome di Pia Nalli, Matematica, ”il coraggio della Conoscenza”, accanto a quello di Elena Fava, Promotrice di legalità , “il Coraggio dell’impegno e della coerenza”.
Sono emozionate Flora, Giulia, Lorena, mette appongono le targhe. Emozionate e fiere.
“Mi sono anche divertita tanto” mi dice Rossella con il viso arrossato dal caldo sole marzolino.
“ Ci sono tanti altri nomi di Giuste e Giusti da ricordare. Quando si ricomincia?” chiede Samuele mentre, insieme ad Antonio, Stefano e Debora, ripone zappe, forbici, secchi, guanti da giardiniere.
Non finisce qui: l’8 marzo incontreremo tutte le scuole che hanno aderito al progetto “Un Giardino delle Giuste e dei Giusti in ogni scuola”, e sono tante e non solo siciliane. Ciascuna racconterà il lavoro svolto in memoria di Donne e Uomini che insieme hanno fatto migliore il mondo.
E con le scuole, ci saranno le associazioni UDI, Fildis, Legambiente, Osez le fémminisme. Con il patrocinio dei Comuni di Catania e Lampedusa. Così - nel confronto, nella conoscenza, nella ricerca- crescono cittadine e cittadini pari che piantano i semi di un mondo diverso.