L Aquila,
la toponomastica come problema culturale
Cambiare il nome di una via è modificare una tradizione secolare
di Eleonora Egizi
L'Aquila, 22 apr 2011 - C’è una questione, annosa, che dopo il terremoto è tornata in auge con una certa imponenza: la toponomastica stradale di L Aquila e frazioni. Il motivo è presto detto, cercate via della Fonte? Ce ne sono 17. Ad Aragno, Bagno Piccolo, Colle di Sassa, Collebrincioni, Collefracido, Genzano, L'Aquila, Pescomaggiore, Pianola, Poggio di Roio, Roio Piano, San Benedetto, Sant’Angelo, Santa Rufina, Sassa, Vallesindola. Via delle Aie? 9. Ad Aragno, Bagno Grande, Bazzano, Cansatessa, Civita di Bagno, L Aquila, Paganica, Monticchio, Pettino, Pianola, San Gregorio. Ma anche via Castello (9), via del Colle (8), piazza della Chiesa (6), via dell'Aquila (11), via Garibaldi (5), via del Mulino (8), via della Chiesa (12), via del Forno (14). Sono effettivamente numerosissimi i casi di nomi di vie duplicati e moltiplicati. In tutto 440.
Ora la faccenda si complica perché l’ente Poste ha abolito i codici postali delle frazioni, declassando il capoluogo d’Abruzzo e paragonandolo ad uno dei più piccoli Comuni. Risultato, ne è rimasto solo uno: 67100. Un bel problema per i postini e non solo. Per ovviare a siffatto stato di cose due sono le strade percorribili: dialogare con le Poste e ripristinare i subcodici di avviamento postale, tenendo conto del nuovo assetto urbanistico della città oppure provvedere al riordino della toponomastica stradale aquilana. Tra l’altro un comma del regolamento della suddetta toponomastica vieta l’esistenza di strade con la stessa denominazione.
Esiste un organo del Comune deputato ad occuparsi di questo: la Commissione consultiva comunale onomastica stradale attivada 150 anni. Come dice la denominazione stessa della commissione, tale gruppo, composto da 6 membri più l’assessore Giuliano Lalli, svolge una funzione puramente “consultiva”. Quindi può proporre, ma non può decidere. L’iter per modificare il nome ad una strada è piuttosto complesso. La commissione su suggerimento dei cittadini, delle associazioni, dei consigli di circoscrizione, degli esponenti politici o cittadini e su proposta sua stessa può ricevere proposte di denominazione. I suoi disposti devono essere accolti con delibere di giunta e queste ultime devono essere poste all’approvazione della Deputazione abruzzese di storia patria e della Soprintendenza ai beni storico artistici ed etnoantropologici. Inoltre, per ogni frazione, devono essere suggerite proposte per sostituire il vecchio nome della via una volta compiuta la scelta di lasciare quel nome specifico di strada a discapito di un’altra. Il tutto va comunicato inoltre in Prefettura. Un’operazione lunghissima.
Ma perché si è arrivati ad avere tante strade che si chiamano allo stesso modo? Generalmente i nomi delle strade derivavano dalle loro funzioni, per cui via dell'Aquila è quella che conduceva in città, via della Fonte portava al luogo dove c’era l’acqua, allo stesso modo presumibilmente via delle Forno conduceva al forno e via del Mulino al mulino, tanto da essere presente all'Aquila così come a Bazzano, Foce, L'Aquila, Menzano, Monticchio, San Gregorio, Tempera, Pile. Con l’intervento fascista “Grande Aquila” nel 1927 furono soppressi 8 comuni (Arischia, Bagno, Monticchio, Paganica, Preturo, Roio, San Gregorio, Sassa) e ridotti a frazioni della città. «Questo – spiega Paolo Muzi, membro della commissione onomastica – ha portato da un lato al tradizionale antagonismo tra le frazioni, dall’altro ai frequenti casi di omonimia viaria. Il problema ha radici profonde – prosegue Muzi – la prima commissione onomastica stradale aquilana si ebbe nel 1861 e ne facevano parte fra gli altri Giulio Dragonetti, Angelo Leosini, Michele Bonanni. Il tradizionale criterio che ha seguito da sempre la commissione è stato quello di non cambiare la denominazione nei centri storici perché va da sé che non si tratta solo di un fatto urbanistico, ma di una connotazione culturale. Scegliendo di lasciare il nome di una strada ad una frazione piuttosto che ad un’altra si andrebbe a ledere il tessuto sociale. Non si può sottovalutare il peso dei consigli di circoscrizione, una “via” determina una porzione di territorio ma è anche il frutto di un contesto storico-sociale che ha portato a definirla in quel modo precipuo».
Il terremoto ha cancellato con un colpo di spugna anni di storia. E’ il caso che il resto lo facciamo noi? Considerando che già un ulteriore guasto è stato apportato con la denominazione delle strade del progetto Case e dei Map che, certamente, non si addice a una città d’arte come L'Aquila.
Fonte:
http://www.ilcapoluogo.it/News/Attualita/L-Aquila-la-toponomastica-come-problema-culturale-50821
Nel giugno 2017 è stata intitolata una strada a Donatella Tellini. Si tratta del circuito antistante la Basilica di Collemaggio. Donatella Tellini è stata una professoressa e una storica protagonista del movimento femminista aquilano, abruzzese e italiano.