Italia
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- Ada Pace: la prima donna campione automobilistico. Ha circa vent’anni quando nel 1947 partecipa alle prime gare del Vespa Club. E’ talmente brava che vince quasi sempre e la Piaggio la prende in squadra. Con una moto ufficiale partecipa alla Sei giorni e alla Mille Chilometri ottenendo sempre risultati lusinghieri. Nel 1951, dopo qualche gara automobilistica non entusiasmante, riesce a disporre di 1500 6C con cui partecipa alla Torino–Sanremo. La macchina è vecchiotta ma competitiva, e Ada contro ogni pronostico arriva prima.
- Carmela Pagano: prima Prefetta di Taranto nel 2010.
- Lucia Pagano: è la prima donna a ricoprire l’incarico di segretario generale della Camera (gennaio 2015).
- Maria Antonietta Pagliara: prima donna in Italia ad assumere la carica di Rettora di una Università nel 1932.
- Michela Pagliara: è stata la prima donna in Italia ad ottenere nel 2009 il comando di una Compagnia di Carabinieri, quella di Bergamo. E' nata a Trescore Balneario il 16/08/1978.
Laureata in Giurisprudenza, con questo incarico coordina 170 militari controllando un territorio che comprende 25 comuni e 300.000 abitanti.
- Sabilia Palmieri Nuti Carafa di Roccella: principessa, prima Donna Capitana nella storia del Palio di Siena in carica dal 1947 al 1951.
- Marchesa Marianna Panciatichi Ximenes: fu la prima donna, nel 1882, ad essere iscritta alla Società Geologica Italiana.
Nacque il 03/02/1835 da una famiglia aristocratica.
Si interessò di malacologia, collezionando specie marine esotiche ed italiane e pubblicò il primo elenco delle specie della malacofauna terrestre italiana.
Fece anche studi approfonditi sulle faune di alcune regioni d'Italia. Fu inoltre membro della Società Italiana di Scienze Naturali.
Morì il 07/12/1919 nel suo castello nel comune di Reggello.
- Gerarda Pantalone: è stata nel 2012 la prima donna Prefetta di Salerno.
- Laura Paoletti: prima donna a ricoprire il ruolo di team manager in una squadra di serie A. La squadra è la Fiorentina.
Laura Paoletti, nata a Rassina (Arezzo) nel 1980, si è laureata in Psicologia a Firenze. Per sei anni è stata una delle tutor di «Promesse Viola» e aveva il compito di aiutare i ragazzi nella vita di tutti i giorni, con una particolare attenzione ai possibili disagi psicologici. Ha dimostrato di saperci fare, tanto che la sua nomina è destinata a fare storia.
- Lia Pasqualino Noto: la prima donna e la prima persona ad aprire a Palazzo De Seta la prima galleria d'arte privata della Sicilia, che dirigerà fino al 1940.
Lia Pasqualino Noto nasce a Palermo nel 1908.
Il suo primo approccio con la pittura risale a quando, a soli undici anni, inizia a dipingere sotto la guida di un maestro. A vent'anni frequenta già lo studio di Pippo Rizzo, dove incontrerà Renato Guttuso. Inizia ad esporre ed i suoi quadri rivelano chiaramente che Lia è una "delle massime espressioni della pittura del Novecento in Sicilia". Insieme al marito, il medico Pasqualino Noto, titolare dell'omonima clinica, anche lui amante della pittura, accoglie nella sua casa le personalità di spicco della cultura siciliana dell'epoca, che diventa così una sorta di cenacolo culturale in cui si dibattono le nuove tendenze artistiche.
Il suo famoso dipinto "L'Attesa" riassume lo spirito e la filosofia del cosiddetto "gruppo dei quattro" (la stessa Lia, Guttuso, Franchini e Barbera) che rinnega i canoni classici del Novecento imposti dal regime e vira verso "una rappresentazione onirica e metaforica della realtà".
Nel 1935, come componente della deputazione della Civica Galleria d'Arte Moderna di Palermo, fa acquistare quadri di Carrà, di Sironi, di Guttuso, di Marini, che oggi sono un vanto prezioso del Museo ma che ai tempi comportarono violente critiche a Lia.
A Palermo una via è a lei intitolata nel rione Brancaccio-Ciaculli.
- Maria Paternò: baronessa catanese, fu la prima donna a chiedere ed ottenere il divorzio nel 1808. Infatti vigeva a quei tempi, nel Regno di Napoli, la legge del Codice Napoleonico che prevedeva l'istituto del divorzio. La baronessa, aiutata da un colto e brillante avvocato, poté così separarsi dal marito che definiva "seviziatore, turpe e taccagno spilorcio". In base all'art. 296 del suddetto Codice Napoleonico, poté risposarsi dopo 10 mesi... con il colto e brillante avvocato!
- Graziella Patrizi: prima Prefetta di Ascoli Piceno nel 2011.
- Laura Pausini: è per ben 5 volte prima donna. E' la prima donna ad aver tenuto un concerto a San Siro nel 2007; è la prima donna italiana ad avere vinto un "Platinum Europe Awards"; la prima ed unica donna italiana ad avere vinto un "Latin Grammy Awards"; la prima ed unica donna italiana a vincere un "Grammy Awards" e la prima artista italiana ad aver ricevuto un "World Music Awards".
- Federica Pellegrini: la prima donna italiana a vincere una medaglia olimpica nel nuoto a soli sedici anni. È accaduto alle Olimpiadi di Atene del 2004. Federica Pellegrini è stata anche la prima donna al mondo a scendere sotto i quattro minuti nei 400 metri stile libero nel 2009 a Roma durante i campionati mondiali di nuoto.
- Catia Pellegrino: la prima donna nella storia delle forze armate italiane a ricoprire il ruolo di comandante di una nave militare, il Libra.
- Ottavia Penna Buscemi: la prima donna a candidarsi per la Presidenza della Repubblica Italiana. È nata a Caltagirone il 2 aprile 1907 da una nobile famiglia siciliana. E’ stata un’antifascista italiana. Fu una delle 21 donne che parteciparono all’Assemblea Costituente. Eletta il 10 giugno 1946 nella lista del Fronte dell’Uomo Qualunque, unica donna. Dal 19 al 24 luglio 1946 è stata tra i componenti della Commissione per la Costituzione, insieme a Nilde Iotti, Teresa Noce, Lina Merlin e Maria Federici, una tra le cinque donne entrate in questa commissione che elaborò il progetto di costituzione. Ottavia venne candidata dal suo partito alla poltrona di Presidente della Repubblica in competizione con Enrico De Nicola. Nel candidarla Guglielmo Giannini, segretario dell’Uomo Qualunque, la definì “una donna colta, intelligente, una sposa, una madre”. Il 15 novembre 1947 lasciò il Partito dell’Uomo Qualunque per entrare nell’Unione Democratica Nazionale e rimanervi fino alla conclusione dei lavori dell’Assemblea Costituente. Si impegnò sempre a portare solidarietà ed assistenza ai bisognosi ed ai poveri. È morta il 2 novembre 1986.
A Caltagirone c'è una lapide che la ricorda ma nessuna via è a lei intitolata.
Fonti
Enza Pelleriti, Ottavia Penna Buscemi, in Siciliane a cura di Marinella Fiume , Emanuele Romeo Editore 2006, pp. 777 - 779
Ester Rizzo, Storie di donne siciliane: Ottavia Penna Buscemi Madre Costituente, in “La Vedetta”, gennaio 2014
Giuseppe Savà, L’ultima Gattopardo. Una madre costituente candidata al Quirinale. Ottavia”, in www.ragusanews.com
- Lea Pericoli: prima telecronista donna della televisione italiana. http://danielaedintorni.com/2014/07/13/lea-pericoli-prima-telecronista-donna-della-televisione-italiana-e-tanto-altro/
- Marina Peroni: è stata la prima donna autista di autobus del trasporto pubblico.
Ha iniziato a lavorare il 1° aprile 1985 a Piacenza.
E' adesso in pensione dopo aver lavorato per 30 anni senza mai ricevere una nota di demerito ed ottenendo elogi ed attestati di stima sia professionali che umani.
Ha dichiarato: "Ho scelto questo lavoro perché mi piaceva guidare e mi sono sempre trovata bene. All'inizio c'era un po’ di diffidenza nei confronti delle donne autista, oggi non più".
- Giuliana Perrotta: è stata, nel 2011, la prima Prefetta di Lecce.
- Carla Perrotti: è stata la prima donna ad attraversare il deserto del Tenerè nel Sahara, la prima donna ad attraversare il Kalahari e la prima persona al mondo ad attraversare in solitario il lago del Salar de Uyuni in Bolivia.
E' nata a Milano nel 1947, ha compiuto spedizioni in zone ancora inesplorate della terra ed in luoghi selvaggi: Papua Nuova Guinea, Amazzonia, Borneo... In questi viaggi ha realizzato diversi documentari naturalistici per la televisione italiana, spesso in compagnia del marito medico e cineoperatore.
Carla non lo fa per un senso di sfida né verso se stessa né verso la natura. Lei vuole entrare in sintonia con il deserto, lo ama profondamente.
Nel libro "Deserti" descrive il senso di pace e di appagamento che prova nel corso delle sue traversate solitarie, nonostante le fatiche e le sofferenze.
Sahara, Salar de Uyuni, Kalahari, tre esperienze totalmente diverse ma legate da un unico filo conduttore: il bisogno di solitudine in grandi spazi aperti, la necessità di vivere a contatto stretto con la natura nelle sue forme più intense.
Riportiamo un breve brano "divertente" del suo libro:
"Siamo in Bolivia, sulle Ande, nel paese dei Salar. Miliardi di cristalli rimandano la luce rompendola in un’infinità di piccoli raggi accecanti... Nulla intorno per ricordare una qualsiasi presenza di vita… A testa bassa, con umiltà, muovo i primi passi sul sale, quasi in punta di piedi per non disturbare il magico equilibrio che sento tutt’intorno… Alla fine del viaggio succede una cosa curiosa: una donnina piccola dall’età indefinibile, vestita con le classiche gonne larghe degli abitanti delle Ande e con una bombetta in testa, si avvicina a Oscar (il marito), parlandogli sottovoce; lo sento ridere e mi avvicino incuriosita: -Che cosa ti ha detto?- Continua a ridere mentre risponde: - Mi ha chiesto che cosa hai fatto di tanto grave, perché io ti abbia costretta ad attraversare da sola il Salar! - La guardo sorridendo, mentre cerco di immaginarmi quali pensieri abbiano riempito la sua mente prima di formulare una simile domanda: a modo suo, secondo la sua cultura, ha creduto di trovare una spiegazione plausibile alla mia impresa.”
- Ondina Peteani: la prima donna che a soli diciotto anni entrò nel Movimento di Liberazione operaia dei cantieri di Monfalcone. Operaia e partigiana, è nata a Trieste il 26 aprile 1925 ed è morta nella stessa città il 3 gennaio 2003.
- Paola Picciafuoco: è stata, nell'Agosto 2013, la prima Prefetta di Cremona. E' nata a Roma nel 1954.
- Caterina Piccirilli: la prima donna a dirigere una capitaneria di porto a Pozzuoli.
- Luigia Picech: centralinista di Tarvisio, fu la prima donna della Resistenza ad essere decorata con medaglia d'argento al valor militare. Luigia, detta anche Gigia, restò a fianco dei combattenti italiani, pur potendo andar via, in quanto era l’unica in grado di far funzionare il centralino. Continuava a lavorare con le mani ferite e con una scheggia conficcata in un piede. Ad un certo punto, mentre infilava spinotti per chiedere aiuto, si ritrovò la canna di un fucile alla gola. E’ stata ricordata in alcuni convegni sulla Resistenza delle donne friulane.
- Rita Piermatti: prima donna Prefetta ad Aosta.
- Gigliola Pierobon: è stata nel 1973 la prima donna italiana a subire un processo per procurato aborto. A questa vicenda seguirono innumerevoli manifestazioni del movimento femminista a favore del diritto di scelta delle donne.
- Marta Pierro: da settembre 2013, è la prima donna macchinista di Ferrotramviaria. Ha 31 anni.
- Laura Pinasco, comandante della più grande nave portabestiame del mondo
http://danielaedintorni.com/2013/07/04/laura-pinasco-comandante-della-piu-grande-nave-portabestiame-del-mondo/
- Aurelia Pincherle Rosselli: la prima donna che scrisse per il teatro nel 1898.
- Roberta Pinotti: la prima donna italiana ad essere nominata Sottosegretario alla Difesa nel maggio 2013 e Ministra della Difesa nel febbraio 2014. Nasce a Genova nel 1961.
Laureata in Lettere Moderne, viene eletta nelle liste del PCI. Sempre militante di sinistra dal 1993 è stata anche assessora alla provincia di Genova.
- Edmea Pirami: la prima donna medico eletta nel Consiglio dell'Ordine dei medici di Bologna.
(Ascoli Piceno, 1889 - Bologna, 1978)
di Barbara Belotti
Edmea Pirami nasce ad Ascoli Piceno nel 1889 in una famiglia che crede nel valore delle sue figlie, in un’epoca in cui per le donne non era facile iscriversi all’università e seguire le proprie inclinazioni e le proprie passioni. Sia lei che le sorelle Ester e Lea intraprendono gli studi scientifici con brillanti risultati; Edmea in particolare si laurea in medicina a Bologna e diventa successivamente assistente nell’Istituto di pediatria. Si specializza in due campi fra loro vicini, in pediatria nel 1927 e in puericultura nel 1933.
La sua carriera accademica e ospedaliera si interrompe dopo il matrimonio e la nascita della figlia, ma la passione di Edmea per la medicina e per il mondo dell’infanzia è così forte che prosegue il lavoro nella pratica privata. Si prende cura dei bambini e delle bambine del brefotrofio, di tutte le mamme indigenti e delle ragazze madri che non possono accedere alle cure sanitarie per le loro creature. Dà vita a due ambulatori gratuiti nei quali assicura le terapie necessarie ai bambini spastici. Ancora più intenso è il suo impegno durante gli anni del secondo conflitto mondiale, cura le persone ferite dai bombardamenti, trova rifugio e nasconde bambini e bambine di religione ebraica.
Se la carriera medica femminile comincia a trovare sempre minori ostacoli nel corso del Novecento, meno scontato è, invece, l’ingresso delle donne nei centri del potere. Edmea Pirami diventa la prima donna ad essere eletta nel Consiglio dell’Ordine dei Medici di Bologna.
Numerose sono le cariche che assume nel corso della sua vita. Dal 1961 diviene socia della Società e scuola medica chirurgica del capoluogo emiliano; diviene presidente dell’AIDM (Associazione italiana donne medico) di Bologna, in seguito presidente nazionale della stessa associazione; è nominata vice presidente del MWIA (Medical women’s international association) per l’Europa meridionale nel 1964. Alcuni anni prima la stessa associazione internazionale aveva adottato lo stemma con la figura di Igea e il motto Matris animo curant ideato e creato in casa di Edmea Pirami.
Il suo nome viene ricordato fra le fondatrici del Soroptimist Club di Bologna, del quale è stata presidente per due mandati. Edmea Pirami muore a Bologna nel 1978. In suo onore è stato istituito un premio, promosso dall’Associazione donne medico laureate e altri gruppi.
La città di Bologna ricorda con un giardino la figura di Edmea Pirami, pediatra e animatrice di attività filantropiche.
Fonti:
https://scienzaa2voci.unibo.it/biografie/106-pirami-emiliani-edmea
http://www.chieracostui.com/costui/docs/search/schedaoltre.asp?ID=7011
- Lidia Poet, la prima avvocata italiana.
(Traverse, 1885 - Diano Marina, 1949)
di Loretta Junck
Sono venuta qui a Porte, un piccolo e grazioso centro a pochi chilometri dalla cittadina di Pinerolo, in provincia di Torino, a cercare la biblioteca Lidia Poët. E penso che vorrei averla sotto casa una biblioteca di genere così gradevole e ben fornita. Ma mi viene anche da riflettere che, anche quando siamo brave (e questa amministrazione femminile così attenta e presente lo è), anzi forse soprattutto allora, facciamo ancora fatica ad autolegittimarci.
Il fatto è che non la trovavo la biblioteca, perché non c’è insegna, né tanto meno un’indicazione segnaletica. Solo quando ci sei arrivata hai modo di sapere che accedi alla prima Biblioteca nazionale delle donne - http://www.comune.porte.to.it/index.php/biblioteca-donna.html - fortemente voluta dalla Sindaca e dall’ex Assessora alla cultura diventata mamma da poco, ma oggi qui a fare ”gli onori di casa”.
La scelta del nome è un altro tocco di intelligenza e sensibilità.
La biblioteca è stata dedicata a Lidia Poët, valdese della Val Germanasca (nacque a Traverse, una frazione di Perrero), prima donna a laurearsi in giurisprudenza e prima avvocata.
Quando Lidia vide la luce, nel 1855, non erano trascorsi molti anni da che l’editto di Carlo Alberto aveva liberato i valdesi dal ghetto alpino dove erano stati confinati due secoli prima, dopo la fase cruenta delle persecuzioni.
La personale persecuzione di Lidia Poët, come donna di legge, sarebbe iniziata invece un quarto di secolo dopo, quando, dopo aver discusso la tesi di laurea sulla condizione femminile nella società, superato brillantemente l’esame di abilitazione e svolto il prescritto periodo di praticantato nello studio di un collega a Pinerolo, ebbe l’ardire di chiedere l’iscrizione all’Albo degli avvocati di Torino. La storia di questa donna coraggiosa e volitiva è abbastanza nota: tra le eccellenze femminili pubblicate sul sito FIDAPA, esiste un’approfondita scheda che ne analizza il curriculum.
Maria Grazia Pellerino, assessora all’istruzione al Comune di Torino e avvocata, ci ragguaglia sull’iter legale della vicenda, che all’epoca suscitò scalpore e la stampa diede molto spazio alla contesa tra innovatori e tradizionalisti.
«L’Ordine di Torino con decisione presa a maggioranza accolse la sua domanda. – scrive Pellerino - I due consiglieri che si opposero appartenevano uno, Spantigati, alla sinistra, e l’altro, Chiaves, alla destra … Il provvedimento dell’Ordine di Torino destò molte censure e i due consiglieri citati si dimisero … Il Procuratore Generale del Re impugnò l’iscrizione della Poët avanti la Corte d’Appello richiamando, della donna, “l’indivisibiità della sua persona dall’eventuale portato delle sue viscere e la deficienza delle forze intellettuali e morali, fermezza, costanza e serietà”.»
In appello l’iscrizione all’Ordine fu annullata e la Corte di Cassazione confermò la sentenza di secondo grado.
Questo non impedì a Poët di seguire quella che era evidentemente una vocazione, perché «decise di dedicarsi alla difesa dei diritti non solo delle donne ma anche degli emarginati, dei minori e dei carcerati» (dal sito della Società di Studi Valdesi). Entrò a far parte stabilmente del Segretariato del Congresso Penitenziario Internazionale e nel 1922 presiedette il Comitato pro voto donne, fondato a Torino nel 1906.
Soltanto nel 1920, a sessantacinque anni, Lidia poté iscriversi all’Ordine degli Avvocati, grazie ad una legge del 1919 che aveva permesso alle donne di accedere a tutte le carriere professionali, esclusa la Magistratura.
Oltre alla biblioteca di Porte, finora nella provincia di Torino soltanto una scuola l’ha ricordata, la Scuola Media Statale Lidia Poët di Pinerolo, e nessun Comune ha ritenuto opportuno dedicarle una targa.
Credo che le amministrazioni dei luoghi dove nacque, visse e operò (Perrero, Torino e Pinerolo) e dove avrebbe voluto poter esercitare la sua professione, dovrebbero deliberare una intitolazione stradale: un risarcimento simbolico alla memoria, una presa di coscienza istituzionale di un trascorso radicalmente discriminatorio, l’espressione concreta della volontà di voltare veramente pagina.
Fonti:
Marino Raichich, Liceo, università, professioni: un percorso difficile, in Simonetta Soldani, ed., L'educazione delle donne: Scuole e modelli di vita femminile nell'Italia dell'Ottocento, Milano, 1989, 151-53
Clara Bounous, La toga negata. Da Lidia Poët all’attuale realtà torinese, Pinerolo, 1997
http://www.fidapa.com/index.php?option=com_content&view=article&id=387:lidia-poet&catid=904:distretto-nord-ovest&Itemid=46
http://www.senonoraquando-torino.it/2012/04/17/lidia-poet-prima-donna-iscritta-ad-un-ordine-degli-avvocati/http://www.mariagraziapellerino.it/public/file/Foro-di-Torino-le-prime-avvocate.pdf
- Gabriella Poli: prima donna capocronista di una testata nazionale.
- Anna Polico: prima donna a 31 anni a divenire Capitano Comandante di Squadrone presso il "Savoia Cavalleria" di Grosseto.
- Silvana Polizzi: prima donna a ricoprire l'incarico di capo redattore Tgr Rai Sicilia. Originaria di Messina, ha 59 anni. E’ laureata in Scienze Politiche e lavora nella redazione siciliana della Rai dal 1988.
- Mascia Poma: prima donna al comando di uno yacht (ottobre 2014).
- Livia Pomodoro: la prima donna a diventare in Italia presidente di un tribunale, quello di Milano.
- Adelina Pontecorvo Pertici: è stata la prima donna notaio in Italia nel 1930.
Nacque a Roma, si laureò in Giurisprudenza nel 1913 e quando entrò in vigore nel 1919 la legge 1176 che aboliva alcune preclusioni per il genere femminile, partecipò a tutti i concorsi pubblici che richiedevano il titolo di studio da lei conseguito.
Avendone tutti i requisiti chiese di essere iscritta nell'Albo dei Notai. L'Ordine accolse favorevolmente la sua richiesta, ma il Procuratore del Re si oppose. Alla fine di varie vicende processuali, Adelina ottenne la convalida dell'iscrizione.
Fu anche musicologa e si occupò, sorprendente per quell'epoca, di un problema di genere nell'ambito della musica lirica; pubblicò infatti uno scritto dal titolo "La donna nella musica di Puccini".
Ricoprì pure, tra tante altre cariche, quella di Primo Segretario nel Ministero delle Corporazioni, affidatole per essersi sempre occupata del lavoro delle donne e dei bambini.
Durante la guerra il Ministero degli Interni le conferì un attestato per la sua attività a favore dei profughi.
Morì a Roma ultranovantenne nel 1981.
- Cesira Pozzolini: la prima donna a fondare la prima scuola pubblica gratuita per figli di contadini o dei meno abbienti (Firenze, 16 novembre 1839 – Firenze, 5 settembre 1914).
- Stefania Prestigiacomo: è stata la prima donna Ministra dell'Ambiente nel 2008. E’ nata a Siracusa il 16 dicembre 1966. E’ stata tra i più giovani ministri della storia della Repubblica (Wikipedia).
- Elda Pucci: è stata la prima donna in Italia Presidentessa di un Ordine Provinciale dei Medici, quello di Palermo.
Esponente della DC, è nata a Trapani nel 1928 ed è morta a Palermo nel 2005.
Prima sindaca di Palermo nel 1983: incarico avuto in un momento drammatico per la città, insanguinata dagli omicidi di mafia.
Purtroppo non entrò mai in sintonia con le donne di Palermo e si schierò anche contro il divorzio e contro l'aborto. Però la si ricorda per la determinazione con cui lottò contro la mafia degli appalti che gestiva il Comune e per questo fu soprannominata Lady di ferro.
All'inizio della sua carriera parlava bene dei più discussi protagonisti della DC ma pian piano si ricredette e, rendendosi conto della realtà, capì che l'avevano eletta per la sua ingenuità.
Restò sindaca solo un anno, fu poi sfiduciata dal suo partito e da coloro che l'avevano eletta. Ci fu uno scontro durissimo su un appalto di manutenzione a cui lei voleva opporsi, istituendo una gara pubblica, dato che aveva scoperto che i prezzi fissati fino ad allora erano dieci volte superiori a quelli di mercato. La mafia fece saltare in aria la sua villa a Piana degli Albanesi.
Dichiarò: "Nessuno, quando sono stata eletta, pensava che fossi capace di scelte autonome, ispirate solo dall'interesse della città".
Ha lavorato in solitudine; non si fidava di nessuno e studiava le delibere portate in Giunta dai vari assessori con pignoleria, bloccandole subito appena capiva che erano state "confezionate" per elargire soldi pubblici a parenti e clientele.
Ad un certo punto, non fu più disponibile a sottostare "alla disciplina del suo partito", così la DC la mise da parte definitivamente.
Verrà poi eletta al Parlamento Europeo ma con il Partito Repubblicano.
Ad Elda Pucci non risulta intitolata alcuna via.
Fonti:
Eugenia Roccella e Lucetta Scaraffia (a cura di), Italiane, volume II, Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento per le Pari Opportunità
Amelia Crisantino, Siciliane, (a cura di Marinella Fiume) , Emanuele Romeo Editore, 2006
http://www.150anni.it/webi/index.php?s=60&wid=2012
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2005/10/15/la-scomparsa-di-elda-pucci.html
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2000/09/17/elda-pucci-orfana-di-politica.html
http://www.larisaccamensiletrapanese.it/wp/?p=1236
- Accursia Pumilia: è stata la prima donna a chiedere nel 1906 di essere iscritta nelle liste elettorali. Era agrigentina e nel 1906 la legge escludeva esplicitamente le donne soltanto dall’elettorato amministrativo.