Ella Fitzgerald
Valeria Pilone
Giulia Tassi
Le origini di Ella Fitzgerald sono un crocevia di tradizioni e popoli differenti, è un’anima meticcia ricca, dalle varie sfumature, come la sua potentissima voce. Nasce il 25 aprile 1917 a Newport News in Virginia da Temperance Henry e William Fitzgerald, entrambi definiti ‘mulatti’, ovvero nati da un individuo bianco e uno nero. I due non sono sposati e nel 1920 sua madre intreccia una relazione con un nuovo compagno, un immigrato portoghese di nome Joseph da Silva, dal quale avrà un’altra figlia, Frances da Silva, a cui Ella sarà molto legata.
Ella ha quindici anni quando sua madre muore per un grave incidente stradale. Continua a vivere con Joseph fino a quando nel 1933 si trasferisce da una zia nel quartiere di Harlem. È brava a danzare e si nutre del jazz di Louis Armstrong, Bing Crosby e The Boswell Sisters. Così arriva la sua occasione. A soli diciassette anni debutta all’Apollo Theater di New York, in una delle famose Amateur Nights, le serate dedicate alle competizioni canore dei dilettanti. Vince il primo premio e da questo momento in poi inizia a cantare per l’orchestra di Chick Webb, diventando una star grazie alla sua virtuosa e straordinaria voce. Dal 1941 comincia la sua straordinaria carriera da solista, che la vedrà impegnata in tour e collaborazioni di successo con i più grandi interpreti della musica internazionale come Duke Ellington, Louis Armstrong, Frank Sinatra, Dean Martin, Nat King Cole. Il suo manager era – in un’epoca di grandi discriminazioni razziali – a favore dei diritti civili e richiedeva parità di trattamento per le sue e i suoi musicisti, indipendentemente dal loro colore. Ella raccontò di un episodio in cui una squadra di polizia fece irruzione nel backstage durante una tournée per la Filarmonica, al solo fine di infastidire gli artisti e le artiste, salvo poi chiedere l’autografo alla cantante.
Ella ha ricevuto il sostegno di numerosi personaggi celebri,del mondo dello spettacolo e non solo, tra cui Marilyn Monroe, della quale racconta che grazie al suo intervento era riuscita a esibirsi al Mocambo, una discoteca molto in voga negli anni Cinquanta in California: la diva di Hollywood aveva personalmente chiamato il proprietario del locale, dicendogli di accettare l’esibizione di Fitzgerald, e per l’occasione avrebbe prenotato lei stessa tutte le sere un tavolo in prima fila. Proprietario e stampa dell’epoca andarono in visibilio, Ella stessa affermò: «Marilyn era una donna insolita, in anticipo sui tempi. E non lo sapeva», attestando con generosità la lungimiranza della collega artista. Di lei Frank Sinatra aveva detto: «The best way to start any musical evening is with this girl. It don't get better than this» (Il modo migliore per iniziare una serata musicale è con questa ragazza. Non c’è niente di meglio di così).
La voce di Ella era un dono naturale, potentissima, lucida, cristallina, era emessa senza alcuno sforzo (una dote che noi in Italia abbiamo potuto riscontrare nella superlativa voce di Mina). La sua estensione vocale andava oltre le tre ottave ed era esaltata dalla tecnica scat, ovvero l’imitare il virtuosismo degli strumenti con il solo suono della voce, senza parole. La sua carriera era cominciata all’insegna dell’insicurezza e dell’ansia, sentimenti che sempre più spesso accompagnano le nostre esistenze contemporanee. Ma lei era riuscita a fare di un momento di crisi una opportunità. All’Apollo Theater di New York, infatti, aveva avuto una crisi di nervi prima dell’esibizione di ballo, ma il presentatore insistette affinché salisse lo stesso sul palco e lei lo fece, iniziando a cantare e ammaliando tutti i presenti. Ha lavorato per oltre 59 anni, inciso circa 70 dischi, venduto oltre 40 milioni di copie e vinto 14 Grammy. Aveva detto di sé: «I know I’m no glamour girl, and it’s not easy for me to get up in front of a crowd of people… but now I’ve got it figured out that God gave me this talent to use, so I just stand there and sing» (So di non essere una ragazza affascinante e non è facile per me alzarmi di fronte a una folla di persone… ma ora ho capito che Dio mi ha dato questo talento da usare, quindi sto lì e canto). Il mondo della musica gliene sarà per sempre grato.
Disse anche:
«Suppongo che ciò che ognuno vuole più di ogni altra cosa sia essere amato. E sapere che voi mi amate per il mio canto è davvero troppo per me. Perdonatemi se non ho tutte le parole giuste. Forse posso cantarvelo, e allora lo capirete». L’amore era ciò che aveva ricercato, come tutti, nella vita, e lo aveva ritrovato pienamente solo nella musica. Lo cantava nella bellissima Let’s fall in love: «Let’s fall in love/Why shouldn’t we fall in love?/Our hearts were made for it./Let’s take a chance./Why be afraid of it?/Let’s close our eyes/And make our own paradise./Now is the time for it,/While we are young/Why be afraid of it» (Innamoriamoci/Perché non dovremmo innamorarci?/I nostri cuori sono stati fatti per questo./Corriamo il rischio./Perché avere paura di esso?/Chiudiamo gli occhi/E fare il nostro paradiso./Ora è il momento per questo,/Mentre siamo giovani/Perché avere paura di esso). Cantava la totalizzante forza dell’amore che provoca un fiume di lacrime nella memorabile Cry to me a river: «Cry me a river/‘Cause I cried a river over you/If my pillow could talk,/imagine what it would have said/It would be a river of tears I cried in bed» (Piangimi un fiume/Perché ho pianto un fiume su di te/Se il mio cuscino potesse parlare,/immagina cosa avrebbe detto/Sarebbe un fiume di lacrime che ho pianto a letto).
L’amore lei lo aveva distribuito a piene mani non solo con la sua musica, ma anche nell’impegno sociale. Nel 1993 aveva fondato, infatti, la Ella Fitzgerald Charitable Foundation per aiutare con la sua ricchezza le persone maggiormente bisognose, che vivevano in condizioni di rischio, svantaggiate, e poter dare loro assistenza per ottenere una migliore qualità della vita. Ancora oggi il consiglio di amministrazione della Fondazione cerca di portare avanti gli obiettivi della sua fondatrice erogando sovvenzioni per fornire opportunità educative per bambini e bambine, promozione dell’amore e della conoscenza della musica, con assistenza a studenti di musica, fornitura di assistenza sanitaria, cibo, alloggio e consulenza a bisognose/i, con particolare attenzione a diabete, problemi di vista e malattie cardiache.
Era, infatti, affetta lei stessa da diabete mellito sin dall’infanzia, malattia che le provocherà l’amputazione di entrambe le gambe, fino a condurla alla morte nella sua casa di Beverly Hills il 15 giugno del 1996. È stata sepolta nella sezione “Santuario delle campane” del Sunset Mission Mausoleum presso il cimitero di Inglewood Park a Inglewood, in California. Dopo il funerale privato, il traffico stradale fu interrotto per permettere il passaggio del corteo della “First Lady of Song”: «Ella is the boss lady. That’s all» (Billy Strayhorn).
Traduzione francese
Guenoah Mroue
Les origines d’Ella Fitzgerald sont un mixe de traditions et de peuples différents, c’est une âme métisse riche, aux nuances variées, comme sa voix très puissante. Elle est né le 25 avril 1917 à Newport News en Virginie de Temperance Henry et William Fitzgerald, tous deux appelés mulâtres, c’est-à-dire d’un individu blanc et d’un individu noir. Les deux ne sont pas mariés et en 1920 sa mère tisse une relation avec un nouveau compagnon, un immigré portugais du nom de Joseph da Silva, avec qui elle aura une autre fille, Frances da Silva, de laquelle Ella sera très proche.
Elle a 15 ans quand sa mère meurt d’un grave accident de la route. Elle continue à vivre avec Joseph jusqu’à ce qu’elle déménage en 1933 chez une tante dans le quartier de Harlem. Elle est douée pour la danse et se nourrit du jazz de Louis Armstrong, Bing Crosby et The Boswell Sisters. C’est ainsi qu’elle arrive a ses fins. À seulement dix-sept ans, elle fait ses débuts à l’Apollo Theater de New York, dans l’une des fameuses Amateur Nights, les soirées dédiées aux compétitions des amateurs du canoë. Elle remporte le premier prix et commence à chanter pour l’orchestre de Chick Webb, devenant une star grâce à sa voix virtuose et extraordinaire. À partir de 1941, elle commence sa remarquable carrière solo, qui la verra engagée dans des tournées et collaborations à succès avec les plus grands interprètes de la musique internationale comme Duke Ellington, Louis Armstrong, Frank Sinatra, Dean Martin, Nat King Cole. Son manager était - à une époque de grande discrimination raciale - en faveur des droits civiques et exigeait l’égalité de traitement pour ses musiciens et les siens, quelle que soit leur couleur. Elle raconte un épisode où une équipe de police fait irruption dans les coulisses lors d’une tournée pour la Philharmonie, dans le seul but d’embêter les artistes, avant de demander un autographe à la chanteuse.
Elle a reçu le soutien de nombreuses célébrités du monde du spectacle et non seulement, Marilyn Monroe, dont elle raconte qu’elle a réussi à se produire au Mocambo, une discothèque très en vogue dans les années 50 en Californie : la diva d’Hollywood avait personnellement appelé le propriétaire du club, lui disant d’accepter la performance de Fitzgerald, et pour l’occasion elle aurait réservé elle-même tous les soirs une table au premier rang. Propriétaire et imprimeur de l’époque, elle se montra très visible, affirmant : «Marilyn était une femme inhabituelle, en avance sur son temps. Et elle ne le savait pas », témoignant avec générosité de la clairvoyance de sa collègue artiste. Frank Sinatra avait dit d’elle : «The best way to start any musical evening is with this girl. It don’t get better than this» (La meilleure façon de commencer une soirée musicale est avec cette fille. Il n’y a rien de mieux que cela).
La voix d’Ella était un don naturel, très puissante, brillante, cristalline, émise sans aucun effort (une dot que nous, en Italie, avons pu trouver dans la voix superlative de Mina). Son extension vocale allait au-delà des trois octaves et était exaltée par la technique scat, à savoir l’imitation de la virtuosité des instruments avec le seul son de la voix, sans mots. Lorsqu’elle avait commencé l’insécurité et l’anxiété régnaient sur sa carrière, des sentiments qui accompagnent souvent nos existences contemporaines. Mais elle avait réussi à faire d’un moment de crise une opportunité. À l’Apollo Theater de New York, elle avait eu une crise de nerfs avant la performance de danse, mais le présentateur a insisté pour qu’elle monte sur scène et elle l’a fait, en commençant à chanter et à charmer toutes les personnes présentes. Elle a travaillé pendant plus de 59 ans, enregistré environ 70 disques, vendu plus de 40 millions d’exemplaires et remporté 14 Grammy. Elle avait dit d’elle-même : «I know i’m no glamour girl, and it’s not easy for me to get up in front of a crowd of people... but now I’ve got it figured out that God gave me this talent to use, so I just stand there and sing» (Je sais que je ne suis pas une fille charmante et il n’est pas facile pour moi de me presenter devant une foule de gens... mais maintenant je comprends que Dieu m’a donné ce talent pour l’utiliser, alors je suis là et je chante). Le monde de la musique lui en sera éternellement reconnaissant.
Elle ajoute aussi:
«Je suppose que ce que chacun veut plus que tout autre chose, c’est être aimé. Et savoir que vous m’aimez pour mon chant est vraiment trop pour moi. Pardonnez-moi si je n’ai pas toutes les paroles justes. Peut-être puis-je vous le chanter, et alors vous le comprendrez». L’amour était ce qu’elle avait recherché, comme tous, dans la vie, et elle ne l’avait retrouvé pleinement que dans la musique. Elle le chantait dans la belle Let’s fall in love : «Let’s fall in love/Why shouldn’t we fall in love? /Our hearts were made for it. /Let’s take a chance. /Why be afraid of it? /Let’s close our eyes/And make our own paradise. /Now is the time for it,/While we are young/Why be afraid of it» (Nous tombons amoureux/Pourquoi ne tomberions-nous pas amoureux?/Nos cœurs ont été faits pour cela./Nous courons le risque./Pourquoi avoir peur de lui?/Fermons les yeux/Et faisons notre paradis./Maintenant c’est le moment pour cela,/Alors que nous sommes jeunes/Pourquoi avoir peur de lui). Elle chantait la puissance totale de l’amour qui entraîne un torrent de larmes dans la mémorable Cry to me a river : «Cry me a river/'Cause I cried a river over you/If my pillow could talk,/imagine what it it it would have said/It would be a river of tears I cried in bed» (Pleure des rivières/Pourquoi ai-je versé une rivière sur toi/Si seulement mon oreiller pouvait parler,/imagine ce qu’il aurait dit/Ce serait une rivière de larmes que j’ai pleuré au lit).
Elle l’avait distribué avec coeur non seulement avec sa musique, mais aussi dans l’engagement social. En 1993, elle a fondé la Fondation Ella Fitzgerald Charitable afin d’aider les personnes les plus nécessiteuses, celles qui vivaient dans des conditions à risque, défavorisées, et de leur apporter une assistance pour obtenir une meilleure qualité de vie. Aujourd’hui encore, le conseil d’administration de la Fondation cherche à poursuivre les objectifs de sa fondatrice en octroyant des subventions pour fournir des opportunités éducatives aux enfants, promouvoir l’amour et la connaissance de la musique, avec assistance aux étudiants en musique, fourniture de soins de santé, de nourriture, de logement et de conseils aux nécessiteux, avec une attention particulière au diabète, aux problèmes de vue et aux maladies cardiaques.
Elle souffrait elle-même de diabète depuis son enfance, une maladie qui provoquera l’amputation de ses deux jambes, jusqu’à sa mort chez elle à Beverly Hills le 15 juin 1996. Elle a été enterrée dans la section "Sanctuaire des cloches" du Sunset Mission Mausoleum au cimetière d’Inglewood Park à Inglewood, en Californie. Après les funérailles privées, la circulation routière a été interrompue pour permettre le passage du cortège de la "Première dame de la chanson" : «Ella is the boss lady. That’s all » (Billy Strayhorn).
Traduzione inglese
Syd Stapleton
Ella Fitzgerald's origins are a crossroads of different traditions and peoples. She was a richly mixed soul, as varied in nuance as her powerful voice. She was born on April 25, 1917, in Newport News, Virginia, to Temperance Henry and William Fitzgerald. Both were defined as 'mulatto,' meaning born of one white and one black parent. The two were unmarried, and in 1920 her mother entered into a relationship with a new partner, a Portuguese immigrant named Joseph da Silva, by whom she would have another daughter, Frances da Silva, to whom Ella would become very close.
Ella was 15 years old when her mother died in a serious car accident. She continued to live with Joseph until, in 1933, she moved in with an aunt in the Harlem (a predominantly black section of New York. She was good at dancing and fed on the jazz of Louis Armstrong, Bing Crosby, and The Boswell Sisters. Thus came her chance. When she was only seventeen, she made her debut at the Apollo Theater in New York, in one of the famous Amateur Nights - nights devoted to amateur singing competitions. She won first prize and from that time on began singing for Chick Webb's orchestra, becoming a star thanks to her virtuoso and extraordinary voice. From 1941 she began her extraordinary solo career, which would see her engaged in successful tours and collaborations with the greatest interpreters of international music such as Duke Ellington, Louis Armstrong, Frank Sinatra, Dean Martin, and Nat King Cole. Her manager was - in an era of great racial discrimination - supportive of civil rights, and demanded equal treatment for her and her musicians, regardless of their color. Ella recounted an incident in which a police team raided the backstage area during a tour for the Philharmonic, for the sole purpose of harassing the artists and performers, except to then ask the singer for her autograph.
Ella received the support of numerous celebrities, from the world of show business and beyond, including Marilyn Monroe, about whom she recounts that thanks to her intervention she had managed to perform at Mocambo, a nightclub very much in vogue in 1950s California. Monroe, Hollywood diva, had personally called the owner of the club, telling him to accept Fitzgerald's performance, and for the occasion she would book herself a table in the front row every night. The owner and the press of the time went into raptures, Ella herself stating, "Marilyn was an unusual woman, ahead of her time. And she didn't know it," generously attesting to the foresight of her fellow artist. Of Ella, Frank Sinatra had said, "The best way to start any musical evening is with this girl. It don't get better than this".
Ella's voice was a natural gift, very powerful, lucid, crystal clear, and it was emitted effortlessly (a gift that we in Italy were able to find in Mina's superlative voice). Her vocal range went beyond three octaves and was enhanced by scat technique, that is, imitating the virtuosity of instruments with only the sound of the voice, without words. Her career had begun under a banner of insecurity and anxiety, feelings that increasingly accompany our contemporary existences. But she had managed to turn a moment of crisis into an opportunity. At the Apollo Theater in New York she had had a nervous breakdown before her dance performance, but the announcer insisted that she go on stage anyway, and she did so, beginning by sing, captivating everyone in attendance. She worked for more than 59 years, recorded about 70 records, sold more than 40 million of them, and won 14 Grammys. She once said of herself, "I know I'm no glamour girl, and it's not easy for me to get up in front of a crowd of people... but now I've got it figured out that God gave me this talent to use, so I just stand there and sing." The music world will be forever grateful to her.
She also said:
"I suppose what everyone wants more than anything else is to be loved. And to know that you love me for my singing is just too much for me. Forgive me if I don't have all the right words. Perhaps I can sing it to you, and then you will understand." Love was what she had been searching for, like everyone else, in life, and she found it fully only in music. She sang it in her beautiful Let's Fall in Love: "Let's fall in love/Why shouldn't we fall in love?/Our hearts were made for it./Let's take a chance./Why be afraid of it?/Let's close our eyes/And make our own paradise. /Now is the time for it,/While we are young/Why be afraid of it" She sang of the all-consuming power of love that causes a river of tears in the memorable Cry Me a River: "Cry me a river/'Cause I cried a river over you/If my pillow could talk,/imagine what it would have said/It would be a river of tears I cried in bed".
She had lavishly distributed love not only through her music, but also in social engagement. In 1993 she founded the Ella Fitzgerald Charitable Foundation, to use her wealth to help the people most in need, who lived in risky, disadvantaged conditions, and to be able to give them assistance to achieve a better quality of life. To this day, the Foundation's board of directors seeks to carry on its founder's goals by making grants to provide educational opportunities for boys and girls, promotion of the love and knowledge of music, with assistance to music students, provision of health care, food, shelter, and counseling to needy people, with special attention to diabetes, vision problems, and heart disease.
She was herself afflicted with diabetes mellitus since childhood, a disease that would result in the amputation of both her legs, eventually leading to her death at her Beverly Hills home on June 15, 1996. She was buried in the "Shrine of Bells" section of Sunset Mission Mausoleum at Inglewood Park Cemetery in Inglewood, California. After the private funeral, road traffic was stopped to allow the procession of the "First Lady of Song" to pass by. "Ella is the boss lady. That's all" (Billy Strayhorn).
Traduzione spagnola
Claudio Ardita
Los orígenes de Ella Fitzgerald son una encrucijada de diferentes tradiciones y pueblos, y ella es una preciosa alma mestiza, con distintos matices, como su poderosa voz. Nació el 25 de abril 1917 en Newport News en Virginia, hija de Temperance Henry y William Fiztgerald, ambos definidos como "mulatos", es decir, nacidos de un individuo blanco y otro negro. Aunque no estaban casados, en 1920 su madre estrechó una relación con una nueva pareja, un inmigrante portugués que se llamaba Joseph da Silva. Con él tendrá otra hija, Frances da Silva, a la que Ella se sentirá muy unida.
Cuando Ella tenía quince años, su madre murió a causa de un grave accidente de tráfico. Siguió viviendo con Joseph hasta que en 1933 se mudó al barrio de Harlem a casa de su tía. Se le daba bien bailar y se alimentó del jazz de Louis Armstrong, Bing Crosby y The Boswell Sisters (Las Hermanas Boswell). Fue así como tuvo su oportunidad: a los diecisiete años, debutó en el teatro Apollo de Nueva York, en una de las famosas Amateur Nights, unas veladas dedicadas a concursos de canto para aficionados. Ganó el primer premio y a partir de entonces empezó a cantar para la orquesta de Chick Webb, y se convirtió en una estrella gracias a su virtuosa y extraordinaria voz. A partir de 1941, inició su extraordinaria carrera en solitario, en la que realizó exitosas giras y colaboraciones con los mayores intérpretes de la música internacional, como Duke Ellington, Louis Armstrong, Frank Sinatra, Dean Martin, Nat King Cole. En una época de gran discriminación racial, su mánager era partidario de los derechos civiles y exigía igualdad de trato para sus músicos y músicas, independientemente del color de su piel. Ella Fitzgerald contó que durante una gira de la Filarmónica, la policia irrumpió en los bastidores con el único propósito de molestar a los y las artistas, pero luego le pidieron un autógrafo a la cantante.
Recibió el apoyo de numerosas celebridades, del mundo del espectáculo y no sólo, entre ellas el de Marilyn Monroe, quien gracias a su ayuda, como relata Ella, le permitió actuar en el Mocambo, una discoteca muy popular de California durante los años cincuenta: la diva de Hollywood había llamado personalmente al dueño del club nocturno, diciéndole que aceptara la actuación de Fitzgerald, y que ella misma reservaría cada noche una mesa en primera fila. El propietario y la prensa de la época quedaron extasiados, y la misma Ella declaró: «Marilyn era una mujer fuera de lo común, moderna para su época. Y ella no lo sabía», lo que atestiguaba generosamente la clarividencia de su compañera actriz. Frank Sinatra había dicho de ella: «The best way to start any musical evening is with this girl. It don't get better than this (La mejor manera de empezar una velada musical es con esta chica. No hay nada mejor que esto)».
La voz de Ella era un don natural, muy potente, lúcida, cristalina, la emitía sin esfuerzo (un don que en Italia se puede hallar en la superlativa voz de Mina). Su extensión vocal iba más allá de las tres octavas y se veía enriquecida por su técnica del scat, es decir, imitar el virtuosismo de los instrumentos sólo con el sonido de su voz, sin palabras. Su carrera comenzó bajo la bandera de la inseguridad y la ansiedad, sentimientos que acompañan cada vez más nuestras existencias contemporáneas. Pero ella supo transformar un momento de crisis en una oportunidad. En efecto, en el Teatro Apollo de Nueva York, había sufrido un ataque de nervios antes de su actuación de baile, pero el presentador insistió en que subiera al escenario de todos modos y ella lo hizo, empezando a cantar y cautivando a todos los presentes. Trabajó durante más de 59 años, grabó unos 70 discos, vendió más de 40 millones de ejemplare y ganó catorce premios Grammy. Dijo de sí misma: «I know I’m no glamour girl, and it’s not easy for me to get up in front of a crowd of people… but now I’ve got it figured out that God gave me this talent to use, so I just stand there and sing» (Sé que no soy una chica glamurosa y que no me resulta fácil ponerme delante de una multitud, pero ahora me doy cuenta de que Dios me ha dado este talento para que lo utilice, así que simplemente me paro ahí y canto)». El mundo de la música le estará eternamente agradecido.
También dijo:
«Supongo que lo que todo el mundo quiere, más que nada, es que le quieran. Y saber que me queréis por mi forma de cantar es demasiado para mí. Perdonadme si no tengo todas las palabras adecuadas. Tal vez pueda cantarlo y entonces entenderéis». El amor era lo que había buscado, como todo el mundo, en la vida, y sólo lo había encontrado plenamente en la música. Lo cantó en su hermosa Let’s fall in love: «Let’s fall in love/Why shouldn’t we fall in love? /Our hearts were made for it./Let’s take a chance./Why be afraid of it?/Let’s close our eyes/And make our own paradise./Now is the time for it,/While we are young/Why be afraid of it (Enamorémonos /¿Por qué no deberíamos enamorarnos?/Nuestros corazones han sido hechos para ello. /Arriesguémonos / ¿Por qué tenerle miedo? / Cerremos los ojos/ ¿Por qué hacer nuestro propio paraíso?/ Ahora es el momento para ello, / Mientras somos jóvenes / ¿Por qué tenerle miedo?)». Cantó al poder del amor que todo lo consume y que provoca un río de lágrimas en la inolvidable Cry me a river: «Cry me a river / ‘Cause I cried a river over you / If my pillow could talk, /imagine what it would have said / It would be a river of tears I cried in bed (Derrama un río de lágrimas por mí/Porque yo derramé un río de lágrimas por ti/Si mi almohada pudiera hablar,/imagina lo que diría/Derramaría un río de lágrimas que lloré en la cama)».
Ella había repartido amor a raudales, no sólo a través de su música, sino también en su compromiso social. En 1993 fundó la Ella Fitzgerald Charitable Foundation para ayudar con su fortuna a las personas más necesitadas, que vivían en condiciones desfavorecidas y de riesgo, y poder ayudarles a conseguir una mejor calidad de vida. Hoy en día, el consejo de administración de la Fundación trata de llevar a cabo los objetivos de su fundadora, concediendo becas para ofrecer oportunidades educativas a niños y niñas a fin de promover el amor y el conocimiento de la música, ayudando a los/las estudiantes de música, y a fin de ofrecer asistencia sanitaria, alimentos, alojamiento y asesoramiento a los necesitados, centrándose en la diabetes, los problemas de visión y las enfermedades cardiacas.
De hecho, ella misma padecía diabetes mellitus desde la infancia, enfermedad que le provocó la amputación de ambas piernas y la llevó a la muerte en su casa de Beverly Hills el 15 de junio de 1996. Recibió sepultura en la sección «Santuario de las campanas» del Sunset Mission Mausoleum en el cementerio Inglewood Park de Inglewood en California. Tras el funeral privado, el tráfico rodado se interrumpió para permitir el paso del cortejo de la “First Lady of Song”: «Ella is the boss lady. That’s all» (Billy Strayhorn).