Cécile Chaminade
Costanza Pelosio
Daniela Godel
La storia delle musiciste e compositrici nel corso dei secoli è spesso fatta di oblii e omissioni: nel passato infatti la musica è stata una prerogativa prettamente maschile; certo, le donne potevano studiarla, comporla, cantare e suonare, ma in generale l’educazione musicale, riservata più che altro alle ragazze di buona famiglia, era finalizzata ad accrescere il ventaglio di doti di futura moglie e madre. Tra il Cinquecento e il Settecento alcune donne però cominciano a farsi notare come compositrici e virtuose del canto, dapprima nelle corti rinascimentali, poi perché mogli, figlie o sorelle di musicisti famosi (rappresentativi i casi di Anna Maria Mozart o Clara Wieck, moglie di Schumann, o Fanny Mendelssohn, sorella del più noto Felix), e in molti casi cominciano a ottenere i primi successi e riconoscimenti, non senza invidie e antipatie dei colleghi. Solo a partire dall’Ottocento però vengono finalmente istituiti dei conservatori aperti alle donne, consentendo finalmente loro la possibilità di costruirsi una carriera professionale. Oggigiorno, tuttavia, vuoi per le condizioni sociali e culturali retaggio del passato, vuoi per gli stereotipi di genere che persistono, le donne sono ancora considerate delle figure minori nel panorama musicale, figure spesso sconosciute, ridimensionate o addirittura dimenticate. Ma la storia è anche piena di artiste che, nonostante tutte le avversità, sono riuscite a scardinare le convenzioni sociali e a distinguersi come musiciste e compositrici di talento, e per questo oggi è più che mai necessario ricordarle e dar loro lo spazio che meritano nella memoria collettiva.
Caso emblematico in tal senso è quello di Cécile Chaminade, pianista e compositrice francese che nel corso della sua vita, tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, dovette affrontare numerose discriminazioni legate al suo sesso, riuscì nonostante tutto a ottenere grande successo a livello internazionale, per poi finire l'esistenza nel dimenticatoio. Cécile Louise Stéphanie Chaminade nacque l’8 agosto 1857 a Batignolles, all’epoca un villaggio appena fuori Parigi, in una famiglia di origine borghese. Suo padre era direttore di una compagnia di assicurazioni inglese, mentre la madre, pianista a sua volta, si rese conto molto presto dell’eccezionale sensibilità musicale della figlia; proprio grazie alla figura materna Cécile ha le sue prime frequentazioni musicali e, soprattutto, conosce Georges Bizet, di vent’anni più grande, che la soprannominò «il mio piccolo Mozart». Fu Bizet a suggerire ai genitori della bambina di iscriverla al conservatorio nella classe di Félix le Couppey, insegnante di pianoforte; Cécile però, a dispetto del talento, dovrà da subito scontrarsi con la sua condizione di figlia della borghesia parigina: il padre considera sconveniente per il suo ceto sociale che riceva una formazione musicale professionale, giacché il destino delle ragazze è diventare buone mogli e madri. Sebbene in seguito molti critici bocceranno le sue composizioni a causa di uno stile non sofisticato dovuto alla mancata educazione musicale accademica, in realtà Chaminade riceverà in forma privata gli stessi insegnamenti che avrebbe ricevuto al conservatorio: studia pianoforte con Le Couppey, armonia con Augustin Savard e composizione con Benjamin Godard.
I genitori organizzano spesso serate nella loro casa, e Cécile approfitta di questi eventi mondani e della loro rete di relazioni per esibirsi in pubblico. Appena diciottenne debutta come pianista e nel 1875 porta le sue opere in tournée in Francia e Inghilterra. Nel 1877 accompagna il violinista belga Martin-Pierre Marsick, fondatore di un quartetto d’archi, in un concerto di musica da camera nella Salle Pleyel di Parigi. Dal 1878 comincia a diffondere le sue prime composizioni nella Societé Nationale de musique, raccogliendo consenso intorno a lei. Viene lodata da Camille Saint-Saëns ed Emmanuel Chabrier. Nel 1882 presenta in un’audizione privata a casa dei genitori l’opéra-comique La Sevillane; il 1888 la vede impegnata nelle esibizioni pubbliche delle proprie composizioni: il balletto Callirhoé, la sinfonia drammatica Les Amazones e il Concertstück per pianoforte, consolidando la notorietà e facendo circolare la sua arte nei salotti della Belle Époque delle più importanti capitali europee. A proposito del balletto citato: fu rappresentato in più di duecento spettacoli, ma nemmeno uno a Parigi, l’epicentro della musica classica, a riprova del fatto che Chaminade, non avendo frequentato il conservatorio, non venne mai realmente accettata dalle élite musicali della capitale.
L'artista non si lascia scoraggiare, inoltre, a partire dagli anni Novanta, a seguito della morte del padre, deve provvedere al proprio sostentamento: comincia a impegnarsi sempre di più in tournée all’estero e a sottoscrivere contratti editoriali per le sue opere. Dimostra fin da subito una discreta scaltrezza negli affari: capisce che la produzione di un intero balletto è onerosa, arrangia quindi le partiture per pianoforte suddividendo il suo lavoro in pezzi più brevi e vendendoli singolarmente. Nel 1901, a 44 anni, sposa con un matrimonio di convenienza l’editore musicale di Marsiglia Louis Mathieu Carbonel, un conoscente della madre, che aveva vent’anni più di lei. Vivevano separatamente e Carbonel la accompagnava in tournée, preservando la sua indipendenza come compositrice. Solo sei anni dopo il matrimonio morì di una malattia polmonare e lei in seguito non si risposò più. Nel primo decennio del XX secolo si reca spesso in Inghilterra, dove le sue opere sono molto popolari e può contare tra le sue ammiratrici anche la regina Vittoria. Proprio a Londra nel 1901 registra su grammofono sette composizioni per la Gramophone and Typewriter Company, registrazioni oggi di alto valore collezionistico. Seguono tournée anche a Vienna, in Belgio, in Grecia e in Turchia. Tra il 1907 e il 1908 si reca negli Usa e in Canada. Il 7 novembre 1908 debutta negli Stati Uniti con la parte solista del suo Concertstück insieme alla Philadelphia Orchestra. Tiene concerti in 12 città, esibizioni alla Carnegie Hall e alla Symphony Hall riscuotendo molto successo presso il pubblico statunitense, specialmente con brani come Scarf Dance, Pas des echarpes e Ballet No.1, assai apprezzati dagli appassionati di musica per pianoforte. Il suo lavoro ha ispirato tantissime altre donne a studiare musica e a fondare società musicali, chiamate Chaminade Clubs. Oggi alcuni di questi sono ancora in attività e promuovono l’inserimento di musiciste e compositrici in numerosi eventi artistici.
Un traguardo importante è del 1913, quando viene premiata con la Legione d’Onore, diventando la prima compositrice a ottenere questo riconoscimento. Tuttavia, nonostante il grande successo internazionale, Cécile si trova sempre più emarginata dal mondo musicale parigino. Sebbene la sua musica e le sue canzoni da salotto fossero popolarmente conosciute e le sue composizioni vendessero bene, i suoi lavori più seri ebbero scarsa rilevanza per la critica; le si rimproverava la mancata frequentazione del conservatorio e quindi uno stile compositivo poco raffinato. Peccato che poi, più o meno nello stesso periodo, veniva lodato invece un suo buon amico, il compositore Emmanuel Chabrier, la cui formazione irregolare rendeva la sua musica libera dai rigidi vincoli dell’educazione musicale formale. L'arte di Chaminade è ugualmente elegante, melodica e originale, e le valutazioni del suo lavoro per gran parte del XX secolo si sono basate più sugli stereotipi di genere che sulla qualità intrinseca. Nella seconda metà della vita di Chaminade la critica mondiale si è rivoltata contro di lei: inizialmente lodata per aver scritto musica femminile, questa caratteristica verrà poi vista come superficiale. Poi verrà criticata per pezzi come il Concertstück, che si discostava dal suo stile tipico e dunque venne considerato eccessivamente mascolino, così come troppo virili venivano ritenute le sue performance. A seguito di questi giudizi Chaminade si sentì sempre più insicura riguardo le sue abilità compositive e incontrò maggiori difficoltà nel trovare un editore disposto a pubblicarla. Le sue partiture, un tempo definite “charmant”, vennero banalizzata come lavori da salotto, eccessivamente sentimentali. Con lo scoppio della Grande Guerra, a cinquantasette anni, cominciò a lavorare nella direzione di un ospedale londinese. Finita la guerra non si esibì più in pubblico, anche se di tanto in tanto continuava a comporre.
Nel corso della sua vita, Chaminade fu incredibilmente prolifica: scrisse più di duecento pezzi per pianoforte, un’opera, suite per orchestra, lieder e composizioni corali e la musica del balletto Callirhoé. Diede origine alla tradizione francese della chanson e le sue melodie accattivanti venivano chiamate “canzoni senza parole”. In seguito la sua produzione fu dimenticata e il suo stile criticato, ma i suoi lavori sono senza dubbio testimoni di una grande ricchezza compositiva. Alla morte, avvenuta a Montecarlo il 13 aprile 1954, non era più stimata come da giovane. La nipote Antoinette Lorel cercò di continuare a promuovere la sua musica. In tempi più recenti la musicologa statunitense Marcia Citron ha pubblicato una biografia completa di Chaminade, commentando ampiamente questioni storiche ed estetiche inerenti la vita e la carriera, aggiungendo molte osservazioni sullo stile musicale e una discografia aggiornata. Ci piace ricordare Chaminade non solo ascoltando e suonando di nuovo la sua musica, ma anche citando una sua risposta all’ennesima critica legata a stereotipi di genere:
«Non c’è sesso nell’arte. Il genio è una qualità indipendente».
Traduzione francese
Ibtisam Zaazoua
L’histoire des musiciennes et compositrices à travers les siècles est souvent marquée par l’oubli et les omissions : dans le passé, en effet, la musique était une prérogative essentiellement masculine. Bien sûr, les femmes pouvaient l’étudier, la composer, chanter et jouer, mais en général, l’éducation musicale, réservée principalement aux jeunes filles de bonne famille, avait pour but d’enrichir l’éventail des qualités d’une future épouse et mère. Entre le XVIᵉ et le XVIIIᵉ siècle, cependant, certaines femmes commencent à se faire remarquer comme compositrices et virtuoses du chant, d’abord dans les cours de la Renaissance, puis en tant qu’épouses, filles ou sœurs de musiciens célèbres (on pense notamment aux cas d’Anna Maria Mozart, Clara Wieck – épouse de Schumann – ou Fanny Mendelssohn, sœur du plus célèbre Félix). Dans bien des cas, elles obtiennent leurs premiers succès et reconnaissances, non sans susciter jalousies et antipathies de la part de leurs collègues. Ce n’est toutefois qu’à partir du XIXᵉ siècle que des conservatoires ouverts aux femmes sont enfin institués, leur offrant la possibilité de bâtir une carrière professionnelle. De nos jours, cependant, que ce soit à cause des conditions sociales et culturelles héritées du passé ou des stéréotypes de genre qui persistent, les femmes sont encore considérées comme des figures secondaires dans le panorama musical, souvent inconnues, minimisées ou même oubliées. Pourtant, l’histoire regorge d’artistes qui, malgré toutes les adversités, ont réussi à briser les conventions sociales et à se distinguer comme musiciennes et compositrices de talent. C’est pourquoi il est aujourd’hui plus que jamais nécessaire de se souvenir d’elles et de leur accorder la place qu’elles méritent dans la mémoire collective.
Un cas emblématique à cet égard est celui de Cécile Chaminade, pianiste et compositrice française qui, au cours de sa vie, entre la fin du XIXᵉ et le début du XXᵉ siècle, a dû faire face à de nombreuses discriminations liées à son sexe, mais qui a néanmoins réussi à obtenir un grand succès international, avant de finir ses jours dans l’oubli. Cécile Louise Stéphanie Chaminade est née le 8 août 1857 à Batignolles, alors un village juste en dehors de Paris, dans une famille d’origine bourgeoise. Son père dirigeait une compagnie d’assurances anglaise, tandis que sa mère, elle-même pianiste, a très tôt remarqué l’exceptionnelle sensibilité musicale de sa fille. C’est justement grâce à cette figure maternelle que Cécile fait ses premières rencontres musicales et, surtout, qu’elle connaît Georges Bizet, de vingt ans son aîné, qui la surnomme « mon petit Mozart ». C’est Bizet qui suggère aux parents de l’inscrire au conservatoire dans la classe de Félix Le Couppey, professeur de piano. Cependant, malgré son talent, Cécile doit dès le début se heurter à sa condition de fille issue de la bourgeoisie parisienne : son père considère qu’il est inconvenant pour son milieu social qu’elle reçoive une formation musicale professionnelle, car le destin des jeunes filles est de devenir de bonnes épouses et mères. Bien que par la suite de nombreux critiques rejettent ses compositions en raison d’un style jugé peu sophistiqué et attribué à son absence de formation académique, Chaminade reçoit en réalité en privé les mêmes enseignements qu’elle aurait reçus au conservatoire. Elle étudie le piano avec Le Couppey, l’harmonie avec Augustin Savard et la composition avec Benjamin Godard.
Les parents organisent souvent des soirées dans leur maison, et Cécile profite de ces événements mondains et du réseau de relations de ses parents pour se produire en public. À peine âgée de dix-huit ans, elle débute comme pianiste, et en 1875, elle présente ses œuvres en tournée en France et en Angleterre. En 1877, elle accompagne le violoniste belge Martin-Pierre Marsick, fondateur d’un quatuor à cordes, lors d’un concert de musique de chambre à la Salle Pleyel de Paris. Dès 1878, elle commence à diffuser ses premières compositions à la Société Nationale de Musique, recueillant autour d’elle un consensus croissant. Elle est louée par Camille Saint-Saëns et Emmanuel Chabrier. En 1882, elle présente lors d’une audition privée chez ses parents l’opéra-comique La Sévillane. En 1888, elle se consacre à des représentations publiques de ses compositions : le ballet Callirhoé, la symphonie dramatique Les Amazones et le Concertstück pour piano, consolidant ainsi sa notoriété et faisant circuler son art dans les salons de la Belle Époque des principales capitales européennes. Concernant le ballet mentionné : il a été présenté dans plus de deux cents spectacles, mais aucun à Paris, l'épicentre de la musique classique, ce qui montre que Chaminade, n'ayant pas fréquenté le conservatoire, n'a jamais été réellement acceptée par les élites musicales de la capitale.
L'artiste ne se laisse pas décourager et, à partir des années 90, après la mort de son père, elle doit subvenir à ses besoins : elle commence à se consacrer de plus en plus à des tournées à l'étranger et à signer des contrats d'édition pour ses œuvres. Elle fait preuve dès le départ d'une certaine astuce dans les affaires : elle comprend que la production d'un ballet complet est coûteuse, elle arrange donc les partitions pour piano, divisant son travail en morceaux plus courts et les vendant séparément. En 1901, à 44 ans, elle se marie par convenance avec l'éditeur musical de Marseille Louis Mathieu Carbonel, un ami de sa mère, qui avait vingt ans de plus qu'elle. Ils vivaient séparément, et Carbonel l'accompagnait en tournée, préservant ainsi son indépendance en tant que compositrice. Six ans après le mariage, il meurt d'une maladie pulmonaire et elle ne se remarie plus jamais. Dans la première décennie du XXe siècle, elle se rend souvent en Angleterre, où ses œuvres sont très populaires, et elle peut compter parmi ses admiratrices la reine Victoria. C'est à Londres, en 1901, qu'elle enregistre sur gramophone sept compositions pour la Gramophone and Typewriter Company, des enregistrements aujourd'hui d'une grande valeur pour les collectionneurs. Suivent des tournées à Vienne, en Belgique, en Grèce et en Turquie. Entre 1907 et 1908, elle se rend aux États-Unis et au Canada. Le 7 novembre 1908, elle fait ses débuts aux États-Unis en interprétant la partie solo de son Concertstück avec l'Orchestre de Philadelphie. Elle donne des concerts dans 12 villes, des performances à la Carnegie Hall et à la Symphony Hall, recevant un grand succès auprès du public américain, en particulier avec des pièces telles que Scarf Dance, Pas des écharpes et Ballet No.1, très appréciées des amateurs de musique pour piano. Son travail a inspiré de nombreuses autres femmes à étudier la musique et à fonder des sociétés musicales appelées Chaminade Clubs. Aujourd'hui, certains de ces clubs sont encore actifs et favorisent l'inclusion de musiciennes et de compositrices dans de nombreux événements artistiques.
Un accomplissement important a lieu en 1913, lorsqu'elle est décorée de la Légion d'Honneur, devenant ainsi la première compositrice à recevoir cette distinction. Cependant, malgré son grand succès international, Cécile se trouve de plus en plus marginalisée dans le monde musical parisien. Bien que sa musique et ses chansons de salon soient largement connues et que ses compositions se vendent bien, ses œuvres plus sérieuses ont peu d'importance aux yeux de la critique ; on lui reprochait de ne pas avoir fréquenté le conservatoire et donc de produire un style de composition peu raffiné. Il est intéressant de noter que, plus ou moins à la même époque, son bon ami, le compositeur Emmanuel Chabrier, qui avait une formation irrégulière, était loué pour la liberté de sa musique, affranchie des contraintes rigides de l'éducation musicale formelle. L'art de Chaminade est tout aussi élégant, mélodique et original, et les jugements sur son travail, tout au long du XXe siècle, se sont souvent basés davantage sur des stéréotypes de genre que sur la qualité intrinsèque de ses œuvres. Dans la seconde moitié de sa vie, la critique mondiale s'est retournée contre elle : initialement saluée pour avoir écrit de la musique "féminine", cette caractéristique a ensuite été perçue comme superficielle. Elle a également été critiquée pour des pièces comme le Concertstück, qui s'écarte de son style habituel et a donc été considéré comme excessivement masculin, tout comme ses performances, jugées trop viriles. Suite à ces critiques, Chaminade s'est sentie de plus en plus incertaine quant à ses capacités de compositrice et a rencontré des difficultés croissantes pour trouver un éditeur prêt à publier ses œuvres. Ses partitions, autrefois qualifiées de "charmantes", ont été banalisées comme des œuvres de salon, trop sentimentales. Avec le déclenchement de la Grande Guerre, à l'âge de 57 ans, elle a commencé à travailler à la direction d'un hôpital à Londres. Après la guerre, elle ne se produisit plus en public, bien qu'elle continuait de composer de temps en temps.
Tout au long de sa vie, Chaminade a été incroyablement prolifique : elle a écrit plus de deux cents pièces pour piano, une œuvre, des suites pour orchestre, des lieder, des compositions chorales et la musique du ballet Callirhoé. Elle a donné naissance à la tradition française de la chanson et ses mélodies accrocheuses étaient appelées "chansons sans paroles". Par la suite, sa production a été oubliée et son style critiqué, mais ses œuvres sont sans aucun doute témoins d'une grande richesse compositionnelle. À sa mort, survenue à Monte-Carlo le 13 avril 1954, elle n'était plus estimée comme elle l'avait été dans sa jeunesse. Sa nièce, Antoinette Lorel, tente de continuer à promouvoir sa musique. Plus récemment, la musicologue américaine Marcia Citron a publié une biographie complète de Chaminade, commentant largement les questions historiques et esthétiques liées à sa vie et à sa carrière, ajoutant de nombreuses observations sur son style musical et une discographie mise à jour. Nous aimons nous rappeler Chaminade non seulement en écoutant et en rejouant sa musique, mais aussi en citant une de ses réponses à une énième critique liée aux stéréotypes de genre:
«Il n'y a pas de sexe dans l'art. Le génie est une qualité indépendante»..
Traduzione inglese
Syd Stapleton
The history of women musicians and composers over the centuries is often one of oblivion and omission. In the past, music was a purely male prerogative - sure, women could study it, compose it, sing and play it, but in general, musical education, reserved more for girls from good families, was aimed at increasing the range of talents of future wives and mothers. Between the sixteenth and eighteenth centuries, however, some women began to make their mark as composers and singing virtuosos, first in Renaissance courts, then because they were wives, daughters or sisters of famous musicians (representative cases include Anna Maria Mozart or Clara Wieck, Schumann's wife, or Fanny Mendelssohn, sister of the better-known Felix), and in many cases they began to achieve their first successes and recognition, not without envy and dislike from colleagues. It was not until the nineteenth century, however, that conservatories open to women were finally established, at last allowing them the opportunity to build a professional career for themselves. Nowadays, however, whether because of the social and cultural conditions inherited from the past or because of persistent gender stereotypes, women are still considered minor figures in the music scene, figures who are often unknown, downplayed or even forgotten. But history is also full of female artists who, despite all adversity, managed to break through social conventions and distinguish themselves as talented musicians and composers, which is why today it is more necessary than ever to remember them and give them the space they deserve in collective memory.
An emblematic case in this regard is that of Cécile Chaminade, a French pianist and composer who throughout her life, between the late 19th and early 20th centuries, had to face numerous discriminations related to her gender. Despite everything she managed to achieve great success internationally, only to end her existence in oblivion. Cécile Louise Stéphanie Chaminade was born on August 8, 1857, in Batignolles, at the time a village just outside Paris, into a middle-class family. Her father was a director of an English insurance company, while her mother, a pianist herself, realized at a very early age her daughter's exceptional musical sensitivity. It was thanks to her mother that Cécile had her first musical acquaintances and, above all, met Georges Bizet, twenty years her senior, who nicknamed her "my little Mozart." It was Bizet who suggested to the child's parents that she be enrolled at the conservatory in the class of Félix le Couppey, a piano teacher. Cécile, however, in spite of her talent, immediately clashed with her status as a daughter of the Parisian bourgeoisie. Her father considers it unbecoming for her social class for her to receive professional musical training, since the destiny of girls is to become good wives and mothers. Although many critics would later dismiss her compositions allegedly because of an unsophisticated style due to a lack of academic musical education, in reality Chaminade received privately the same instruction she would have received at the conservatory. She studied piano with Le Couppey, harmony with Augustin Savard, and composition with Benjamin Godard.
Her parents often organized evenings at their home, and Cécile took advantage of these social events and their network of relationships to perform in public. As soon as she was 18, she made her debut as a pianist and in 1875 took her works on tour of France and England. In 1877 she accompanied Belgian violinist Martin-Pierre Marsick, founder of a string quartet, in a chamber music concert in the Salle Pleyel in Paris. From 1878 she began to distribute her early compositions through the Societé Nationale de musique, gathering acclaim around her. She was praised by Camille Saint-Saëns and Emmanuel Chabrier. In 1882 she presented, in a private audition at her parents' home, the opéra-comique La Sevillane. 1888 saw her engaged in public performances of her own compositions: the ballet Callirhoé, the dramatic symphony Les Amazones and the Concertstück for piano, consolidating her reputation and circulating her art in the salons of the Belle Époque in the most important European capitals. About the ballet mentioned - it was performed more than two hundred times, but not a single one in Paris, the epicenter of classical music, proving that Chaminade, having not attended the conservatory, was never really accepted by the capital's musical elites.
The artist was not deterred, moreover, beginning in the 1890s, following the death of her father, she had to provide for her own livelihood. She began to engage more and more in touring abroad and signing publishing contracts for her works. She showed a fair amount of business shrewdness early on - she realized that producing an entire ballet would be onerous, so she arranged piano scores by dividing her work into shorter pieces and selling them individually. In 1901, at the age of 44 she married, in a marriage of convenience, Marseille music publisher Louis Mathieu Carbonel, an acquaintance of her mother's, who was 20 years her senior. They lived separately, and Carbonel accompanied her on tours, preserving her independence as a composer. Only six years after their marriage he died of a lung disease, and she later never remarried. In the first decade of the 20th century she often traveled to England, where her works were very popular and she could count among her admirers even Queen Victoria. It was in London in 1901 that she recorded seven compositions on gramophone for the Gramophone and Typewriter Company, recordings today of high value to collectors. Tours also followed in Vienna, Belgium, Greece and Turkey. Between 1907 and 1908 she traveled to the U.S. and Canada. On November 7, 1908, she made her U.S. debut with the solo part of her Concertstück together with the Philadelphia Orchestra. She gave concerts in 12 cities, performances at Carnegie Hall and Symphony Hall, enjoying much success with U.S. audiences, especially with pieces such as Scarf Dance, Pas des echarpes and Ballet No.1, which were highly appreciated by piano music lovers. Her work inspired many other women to study music and to found musical societies, called Chaminade Clubs. Today some of these are still in operation and promote the inclusion of female musicians and composers in numerous artistic events.
A major milestone came in 1913, when she was awarded the Legion of Honor, becoming the first female composer to achieve this recognition. However, despite her great international success, Cécile found herself increasingly marginalized by the Parisian musical world. Although her music and salon songs were popularly known and her compositions sold well, her more serious works had little critical success - she was condemned for not attending the conservatory and thus for an unrefined compositional style. Too bad that then, around the same time, a good friend of hers, composer Emmanuel Chabrier, whose irregular training made his music free from the strictures of formal music education, was praised instead. Chaminade's art is equally elegant, melodic and original, and evaluations of her work for much of the 20th century were based more on genre stereotypes than intrinsic quality. In the second half of Chaminade's life, world critics turned against her - initially praised for writing female music, this trait would later be seen as superficial. Then she would be criticized for pieces such as Concertstück, which deviated from her typical style and was therefore considered excessively masculine, just as her performances were considered too masculine. As a result of these judgments Chaminade felt increasingly insecure about her compositional abilities and found it more difficult to find a publisher willing to publish her. Her scores, once called "charmant," were trivialized as parlor works, overly sentimental. With the outbreak of the Great War, at age fifty-seven, she began working in the management of a London hospital. After the war ended, she no longer performed in public, although she continued to compose from time to time.
During her lifetime, Chaminade was incredibly prolific. She wrote more than two hundred piano pieces, an opera, orchestral suites, lieder and choral compositions, and the music for the ballet Callirhoé. She originated the French chanson tradition, and her catchy melodies were called "songs without words." Later her output was forgotten and her style criticized, but her works undoubtedly bear witness to a great compositional richness. When she died in Monte Carlo on April 13, 1954, she was no longer as esteemed as in her younger days. Her granddaughter Antoinette Lorel tried to continue to promote her music. In more recent times, U.S. musicologist Marcia Citron has published a comprehensive biography of Chaminade, commenting extensively on historical and aesthetic issues inherent in her life and career, adding many observations on musical style and an updated discography. We like to remember Chaminade not only by listening to and playing her music again, but also by quoting one of her responses to yet another criticism related to gender stereotypes:
«There is no gender in art. Genius is an independent quality»..
Traduzione spagnola
Francesco Rapisarda
La historia de las músicas y compositoras a lo largo de los siglos se compone a menudo de olvidos y omisiones: de hecho, en el pasado la música era una prerrogativa exclusivamente masculina; es cierto que las mujeres podían estudiarla, componerla, cantar y tocar, pero en general la educación musical, reservada sobre todo a las jóvenes de buena familia, tenía como objetivo acrecentar el abanico de talentos de una futura esposa y madre. Sin embargo, entre el siglo XV y el siglo VII algunas mujeres comienzan a destacarse como compositoras y virtuosas del canto, primero en las cortes renacentistas, después porque esposas, hijas o hermanas de músicos famosos (son representantesivos de los casos de Anna Maria Mozart o Clara Wieck, esposa de Schumann, o Fanny Mendelssohn, hermana del más conocido Félix), y en muchos casos comienzan a obtener los primeros éxitos y reconocimientos, no sin envidia y antipatía de sus colegas. No obstante, sólo a partir del siglo XIX se instituyen por fin conservatorios abiertos a las mujeres, dándoles por fin la posibilidad de desarrollar una carrera profesional. A pesar de ello, en la actualidad, ya sea por las condiciones sociales y culturales heredadas del pasado o por los estereotipos de género que persisten, las mujeres siguen siendo consideradas como figuras menores en el panorama musical, figuras a menudo desconocidas, infravaloradas o incluso olvidadas. Pero la historia también está llena de artistas que, a pesar de todas las adversidades, han logrado romper las convenciones sociales y distinguirse como músicas y compositoras talentosas, de ahí que hoy más que nunca sea necesario recordarlas y darles el espacio que merecen en la memoria colectiva.
Un caso emblemático es el de Cécile Chaminade, pianista y compositora francesa que, a lo largo de su vida, entre finales del siglo XIX y principios del siglo XX, tuvo que enfrentarse a numerosas discriminaciones relacionadas con su sexo, y a pesar de todo logró un gran éxito internacional, para luego acabar en el olvido. Cécile Louise Stéphanie Chaminade nació el 8 de agosto de 1857 en Batignolles, en aquel entonces un pueblo en las afueras de París, en una familia de origen burgués. Su padre era director de una compañía de seguros inglesa, mientras que su madre, pianista, se dio cuenta muy pronto de la excepcional sensibilidad musical de su hija; gracias a su figura materna, Cécile tiene sus primeras citas musicales y, sobre todo, conoce a Georges Bizet, veinte años mayor, que la apodó «mi pequeño Mozart». Fue Bizet quien sugirió a los padres de la niña que la inscribiesen en el conservatorio en la clase de Félix le Couppey, profesor de piano; Pero Cécile, a pesar de su talento, se enfrentará inmediatamente a su condición de hija de la burguesía parisina: su padre considera inapropiado para su clase social recibir una formación musical profesional, ya que el destino de las niñas es convertirse en buenas esposas y madres. Aunque más tarde muchos críticos rechazarán sus composiciones debido a un estilo poco sofisticado a causea de la falta de educación musical académica, Chaminade recibirá en forma privada las mismas enseñanzas que habría recibido en el conservatorio: estudia piano con Le Couppey, armonía con Augustin Savard y composición con Benjamin Godard.
Los padres organizan a menudo veladas en su casa, y Cécile aprovecha estos eventos mundanos y la red de relaciones de su familia para actuar en público. Con apenas dieciocho años, debuta como pianista y en 1875 lleva sus obras de gira por Francia e Inglaterra. En 1877 acompaña al violinista belga Martin-Pierre Marsick, fundador de un cuarteto de cuerdas, en un concierto de música de cámara en la Salle Pleyel de París. A partir de 1878 comienza a difundir sus primeras composiciones en la Société Nationale de musique, ganando recibiendo reconocimiento a su alrededor. Es elogiada por Camille Saint-Saëns y Emmanuel Chabrier. En 1882 presenta en una audición privada en casa de sus padres la ópera cómica La Sevillane; en 1888 está comprometida en exhibiciones públicas de sus propias composiciones: el ballet Callirhoé, la sinfonía dramática Les Amazones y el Concertstück para piano, consolidando su notoriedad y haciendo circular su arte en los salones de la Belle Époque de las más importantmayores capitales europeas. En cuanto a este ballet, fue representado en más de doscientos espectáculos, pero ninguno en París, el epicentro de la música clásica, demostrando que Chaminade, al no haber asistido al conservatorio, nunca fue realmente aceptada por las élites musicales de la capital.
La artista no se deja desanimar y, además, a partir de los años noventa, tras la muerte de su padre, tiene que proveer para ella misma: comienza a comprometerse cada vez más en giras al extranjero y a firmar contratos editoriales para sus obras. Demuestra desde el principio una considerable astucia en los negocios: comprende que la producción de un ballet completo es costosa, por lo que arregla las partituras para piano dividiendo su trabajo en piezas más cortas y vendiéndolas individualmente. En 1901, a los 44 años, contrae un matrimonio de conveniencia con el editor musical marsellés Louis Mathieu Carbonel, un conocido de su madre, que era veinte años mayor que ella. Vivían separados, y Carbonel la acompañaba en las giras, preservando su independencia como compositora. Apenas seis años después del matrimonio, él falleció de una enfermedad pulmonar, y ella no volvió a casarse. En la primera década del siglo XX, viaja a menudo a Inglaterra, donde sus obras son muy populares y cuenta entre sus admiradoras a la reina Victoria. Precisamente en Londres, en 1901, graba en gramófono siete composiciones para la Gramophone and Typewriter Company, grabaciones que hoy cuentan con un alto valor de colección. Siguen giras en Viena, Bélgica, Grecia y Turquía. Entre 1907 y 1908 viaja a EE. UU. y Canadá. El 7 de noviembre de 1908 debuta en Estados Unidos con la parte solista de su Concertstück junto a la Orquesta de Filadelfia. Da conciertos en 12 ciudades, incluyendo actuaciones en el Carnegie Hall y en el Symphony Hall, cosechando gran éxito entre el público estadounidense, especialmente con piezas como Scarf Dance, Pas des écharpes y Ballet No. 1, muy apreciadas por los amantes de la música para piano. Su trabajo ha inspirado a muchas otras mujeres a estudiar música y a fundar sociedades musicales llamadas Chaminade Clubs, algunos de los cuales aún hoy están en actividad y promueven la inclusión de mujeres músicas y compositoras en numerosos eventos artísticos.
Un logro importante llega en 1913, cuando es galardonada con la Legión de Honor, convirtiéndose en la primera compositora en obtener este reconocimiento. Sin embargo, a pesar del gran éxito internacional, Cécile se encuentra cada vez más marginada del mundo musical parisino. A pesar de que su música y sus canciones de salón eran muy populares y sus composiciones se vendían bien, sus trabajos más serios tenían escasa relevancia para la crítica; se le reprochaba la falta de asistencia al conservatorio y, por lo tanto, un estilo compositivo poco refinado. Es curioso que, en la misma época, su buen amigo el compositor Emmanuel Chabrier, cuya formación irregular hacía que su música estuviera libre de los estrictos vínculos de la educación musical formal, era elogiado. El arte de Chaminade es igualmente elegante, melódico y original, y las valoraciones de su obra durante gran parte del siglo XX se basaron más en estereotipos de género que en la calidad intrínseca. En la segunda mitad de la vida de Chaminade, la crítica mundial se volvió en su contra: inicialmente elogiada por escribir música femenina, esta característica comenzó a ser vista como superficial. Luego fue criticada por piezas como el Concertstück, que se alejaba de su estilo típico y por lo tanto fue considerado excesivamente masculino, así como sus interpretaciones, juzgadas demasiado viriles. A raíz de estos juicios, Chaminade se sintió cada vez más insegura respecto a sus habilidades compositivas y tuvo mayores dificultades para encontrar un editor dispuesto a publicarla. Sus partituras, que antes se definían como “charmantes”, fueron trivializadas como obras de salón, excesivamente sentimentales. Con el estallido de la Gran Guerra, a los cincuenta y siete años, comenzó a trabajar en la dirección de un hospital londinense. Terminada la guerra, no volvió a actuar en público, aunque de vez en cuando seguía componiendo.
A lo largo de su vida, Chaminade fue increíblemente prolífica: escribió más de doscientas piezas para piano, una ópera, suites para orquesta, lieder y composiciones corales, así como la música del ballet Callirhoé. Dio origen a la tradición francesa de la chanson y sus melodías cautivadoras se llamaban “canciones sin palabras”. Posteriormente su producción fue olvidada y su estilo criticado, pero sus obras son sin duda testimonio de una gran riqueza compositiva. A la hora de su muerteCuando murió, el 13 de abril de 1954 en Montecarlo, ya no era tan estimada como en su juventud. Su sobrina, Antoinette Lorel, trató de continuar promoviendo su música. En tiempos más recientes, la musicóloga estadounidense Marcia Citron ha publicado una biografía completa de Chaminade, comentando ampliamente cuestiones históricas y estéticas relacionadas con su vida y carrera, añadiendo muchas observaciones sobre su estilo musical y una discografía actualizada. Nos gusta recordar a Chaminade no solo escuchando y tocando nuevamente su música, sino también citando una de sus respuestas a las críticas basadas en estereotipos de género:
«No hay sexo en el arte. El genio es una cualidad independiente»...